COMUNICATO
Governo locale e legalità

Cooperazione internazionale. Conclusi 56 progetti nel 2018 e 2019 per 2 milioni di euro. Schlein: “Impegno della Regione prosegue anche grazie alle comunità”

Pd: “Dagli enti locali ai piccoli comuni grande solidarietà di tutto il partenariato”. Lega critica sulla rendicontazione e opportunità di alcuni progetti. “Non c’è coinvolgimento”. Amico (Er Coraggiosa) lancia appello per condizioni migranti nei campi in Bosnia. Schlein: “Solidarietà agli eurodeputati bloccati ai confini”

La formazione medica nei campi profughi Saharawi, il sostegno alle piccole aziende agricole in Burundi con tecnologie innovative e sostenibili, i nuovi modelli di casa-famiglia a Chernobyl. Ma ci sono anche i progetti di emergenza ad Haiti, in Niger per i minori non accompagnati, in Somalia per la prevenzione di malattie legate alla malnutrizione, in Myanmar per il sostegno alimentare e in Mozambico per le vittime del ciclone Idai. La vice-presidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, ha presentato in Aula le relazioni sugli interventi di cooperazione nei paesi in via di sviluppo della Regione Emilia-Romagna, previsti dalla legge regionale in materia, svolti negli anni 2018 e 2019.

“In questi due anni- spiega Schlein- si sono conclusi 56 progetti ordinari, oltre a 5 di emergenza. Le risorse messe a disposizione ammontano a 2 milioni e 124mila euro per i primi, e a 212mila 846 euro per l’emergenza”. Il cofinanziamento regionale spazia dal 46 al 55 per cento, il resto viene messo a disposizione dal partenariato (associazioni, enti locali, università, imprese, etc). Partenariato, “molto variegato- specifica la vice presidente- e che rappresenta il vero valore aggiunto dei progetti di cooperazione emiliano-romagnoli”. Grazie ad un lavoro di confronto con i tavoli dei vari Paese, sono state raggiunte 200 mila 821 persone, fra le quali soprattutto giovani, minori, donne, famiglie, agricoltori, enti ed operatori economici. “Abbiamo raggiunto anche alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile- continua Schlein-, come sconfiggere la fame, assicurare un lavoro dignitoso, tutelare la salute, promuovere l’istruzione di qualità e le politiche di genere e rendere le città inclusive”.

Una parte del lavoro di cooperazione riguarda anche i progetti nazionali di Aics (Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo) in Mozambico, in Algeria e in Palestina, e i bandi internazionali (‘Shaping fair cities’) finanziati dalla Commissione europea. Ci sono poi i programmi assistenziali di cure mediche a favore dei minori stranieri che coinvolgono 700 bambini (bielorussi e saharawi) e di accoglienza di circa 70 di loro che vengono ospitati da famiglie e strutture del territorio.

Critica la Lega soprattutto per quanto riguarda la trasparenza sulla rendicontazione dei progetti. “Non siamo contrari alla cooperazione internazionale, anzi è d’aiuto per la gestione del fenomeno migratorio- spiega Valentina Stragliati in Aula- ma vogliamo che le risorse vengano spese in maniera oculata visto che si tratta di 2 milioni di euro”. La consigliera punta il dito soprattutto contro progetti come quello in Burundi, basato su tecnologie innovative, considerati “inadeguati”, e le spese previste per il personale italiano o per la sensibilizzazione in Italia giudicate “sproporzionate” rispetto a quelle che potrebbero essere più utili sul territorio internazionale, come ad esempio la costruzione di opere infrastrutturali.

Schlein risponde che il progetto in Burundi riguarda l’utilizzo di pannelli fotovoltaici per l’avvio di piccole attività di reddito per le donne. “Usciamo da una visione colonialista secondo la quale nei paesi di via sviluppo non si possono usare tecnologie innovative” ribatte.

Federico Amico (ER Coraggiosa) sottolinea la “relazione costante con le Ong senza le quali questi interventi non sarebbero possibili. Le Ong, che nell’ultima stagione sono state messe sotto attacco- spiega il consigliere-, hanno perso molte delle loro risorse. Al contrario, le Ong sono quelle che operano in stretta relazione con le realtà locali e con i nostri territori grazie ad un’attività di sensibilizzazione utile per sviluppare consapevolezze in grado di fare da volano all’autofinanziamento”. Il consigliere chiede poi che venga posta particolare attenzione all’attuale situazione nei campi di confine della Bosnia, a Lipa, dove 900 migranti “si trovano in condizioni disumane ormai da troppo tempo”.

Appello che viene colto anche dalla vice-presidente Schlein che esprime solidarietà ai quattro eurodeputati bloccati ai confini con la Serbia per manifestare contro le violazioni dei diritti umani nei campi profughi. “La risposta umanitaria europea dovrebbe essere molto più forte nei confronti dei migranti che vivono in condizioni degradanti” spiega Schlein.

La consigliera Lia Montalti (Partito democratico) sottolinea invece l’impegno della Regione, ma soprattutto di “tutta la comunità” nella cooperazione internazionale. “Dagli enti locali ai piccoli comuni che portano avanti gemellaggi, fino alle parrocchie- sottolinea- la Regione Emilia-Romagna da lungo tempo ha deciso qual è il proprio posto nel mondo mettendosi dalla parte della solidarietà e facendolo con umiltà”. Per la consigliera “le difficoltà che si abbattono anche sul nostro territorio, si possono affrontare solo se a livello globale portiamo avanti percorsi virtuosi. La solidarietà è un segno di civiltà, soprattutto in un periodo come questo dove invece tendiamo a chiuderci”.

Anche Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) sottolinea l’intensa attività delle associazioni e delle persone sul territorio regionale e l’impegno costante della Regione nei confronti di chi è geograficamente distante e vive una realtà difficile: “Nel dibattito in corso sui processi migratori è importante intervenire agendo sul contesto, continuando a lavorare nella cooperazione per favorire lo sviluppo di questi territori. La maggioranza delle risorse sono destinate ai paesi africani, a giovani, donne, famiglie e minori. È la prospettiva privilegiata per guardare al futuro”.

Dalla Lega Gabriele Delmonte segnala invece come negli anni la partecipazione dell’Assemblea legislativa alle iniziative di cooperazione si sia fatta sempre minore: “Non c’è coinvolgimento ed è stato plateale sulla questione Saharawi, dove si è costituito un intergruppo che non si è mai riunito e non ha mai svolto attività”. Poi il consigliere lancia un attacco più duro nei confronti della Giunta: “Ci dite sempre che bisogna scegliere da che parte stare, ma siete voi che fate cooperazione con gli oppressi e allo stesso tempo accordi commerciali con gli oppressori. Succede con i Saharawi e il Marocco, la Palestina e Israele, siete voi a dover decidere da che parte stare”.

In chiusura Schlein annuncia che nei prossimi giorni ci sarà un confronto anche sulle linee di indirizzo per il 2020. “Sono stati finanziati 40 progetti per 1 milione di euro circa anche in quest’anno difficile- spiega- ma la pandemia è una vicenda drammatica che sfida il concetto di confine e ci richiama a un maggiore impegno internazionale”.

 

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