“Tutelare le lavoratrici e i lavoratori della Ferrarini (marchio storico della salumeria emiliana)”.
A chiederlo, con un’interrogazione a risposta immediata in Assemblea legislativa, è Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa.
Nel 2018, spiega il consigliere, il gruppo Ferrarini ha presentato richiesta di concordato preventivo in continuità aziendale”. Mentre nel febbraio 2019, prosegue, “è stata depositata la proposta concordataria, che prevedeva l’impegno del gruppo Pini a investire e rilanciare il marchio Ferrarini”. Anche una seconda cordata, aggiunge il politico reggiano, “facente capo a Intesa Sanpaolo e Unicredit (quali banche proponenti) e gruppo Bonterre, Opas e Hp (come partner industriali) ha chiesto di depositare una proposta concordataria concorrente, con l’obiettivo dichiarato di concretizzare un progetto di rilancio industriale migliorativo rispetto a quello della prima cordata”. Negli scorsi mesi, evidenzia, “più volte sono stati presentati e ritirati piani di concordato per il salvataggio dell’azienda, con accuse reciproche tra le due cordate”.
Amico rileva poi situazioni spiacevoli nei confronti delle rappresentanze sindacali e degli stessi lavoratori dell’azienda, “pressioni per sostenere una delle due cordate”. Un lavoratore (anche sindacalista), prosegue, è stato licenziato”. Un licenziamento, spiega il consigliere di ER Coraggiosa, “dietro il quale sembra configurarsi un comportamento antisindacale”.
Per tutti questi motivi Amico chiede all’esecutivo regionale di intervenire “per garantire il libero esercizio della rappresentanza sindacale, nel rispetto dei principi di concertazione e collaborazione enunciati nelle premesse del patto per il lavoro e nel recente patto per il lavoro e il clima”.
La situazione debitoria attuale del gruppo, si legge nell’interrogazione, “è stimata intorno agli 800 milioni, per un fatturato annuo di circa 400 milioni di euro”.
La risposta arriva in Assemblea dal sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi: “Già dal 2018 l’assessorato regionale competente si era attivato, incontrando tutte le parti, per garantire la continuità produttiva e occupazionale dell’azienda”. Baruffi rileva che “ci sono le condizioni per una soluzione in continuità (il tavolo di confronto è gestito direttamente dal ministero dello Sviluppo economico): come Regione Emilia-Romagna non entriamo nella competenza giuridica della vicenda ma vogliamo sapere come intende procedere il Ministero per arrivare a una soluzione”. Il dialogo con le rappresentanze sociali, sottolinea poi il sottosegretario, “costituisce la strada per uscire dalla crisi”. Garantisco, conclude, “la massima attenzione sulla vicenda da parte degli assessori regionali Colla e Mammi”.