Sanità e welfare

Lega: “Accompagnare le diagnosi tramite test prenatale con consistenti aiuti ad accogliere la vita”

Il gruppo della Lega presenta un’interrogazione, primo firmatario Matteo Montevecchi, in cui si riconosce il ruolo della Regione sui test prenatali non invasivi ma si lancia l’allarme per eventuali azioni eugenetiche sui nascituri con sindromi cromosomiche

“Prevedere importanti investimenti regionali di sostegno alla donna e alla coppia in caso di diagnosi di patologie fetali, affinché possa esserci un concreto e consistente aiuto ad accogliere la vita”.

Con questo forte auspicio si conclude l’interrogazione presentata dalla Lega sui test prenatali di screening non invasivi.

Nell’atto ispettivo a prima firma Matteo Montevecchi e sottoscritto anche da Andrea Liverani, Maura Catellani, Simone Pelloni, Valentina Stragliati, Michele Facci e Matteo Rancan si riconosce il ruolo avuto dall’Emilia-Romagna, prima Regione ad aver introdotto la completa gratuità di un test assolutamente non invasivo (si basa su un prelievo di sangue materno nella prima fase della gravidanza) dal costo medio di oltre 700euro, ma parimenti si esprime una forte preoccupazione.

“L’uso massiccio del NIPT in paesi come l’Islanda, Danimarca o il Regno Unito -specificano i leghisti- ha portato ad una drastica riduzione delle nascite di bambini con sindrome di Down, ma da questi dati emerge il reale e pericoloso rischio che si possa favorire anche una vera e propria selezione eugenetica ai danni di nascituri con sindromi cromosomiche”.

Stante la preoccupazione espressa, Montevecchi e colleghi auspicano “un valido aiuto ai genitori anche mediante l’investimento di risorse per costruire una cultura di accoglienza della vita sempre, senza distinzioni di alcun tipo”.

(Luca Boccaletti)

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