Sui vaccini contro il Covid, che sarebbero stati somministrati ai parenti di alcuni sanitari a Modena, il consigliere Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) ha presentato un’interrogazione alla Giunta. Nell’atto ispettivo il consigliere vuole sapere se “la Regione sia al corrente di quanto accaduto e se non si ritenga che, vista l’importanza del siero, vi siano troppi pochi controlli sulla sua somministrazione e gestione”. Inoltre, Barcaiuolo chiede all’esecutivo regionale se non sia la stessa Ausl di Modena la principale responsabile di quanto avvenuto e come si pensa di evitare che questo riaccada in futuro”.
Nell’interrogazione, a risposta scritta, Barcaiuolo ricorda come la campagna vaccinale, iniziata alla fine del 2020, abbia correttamente dato la precedenza “alle categorie maggiormente a contatto con il virus e a rischio: medici, infermieri, operatori e degenti delle Cra, le residenze per anziani e tutti coloro che lavorano nella sanità”.
Citando informazioni di stampa, il consigliere Fdi rileva che il 5 gennaio, nel centro unico vaccinazioni di Baggiovara, alcuni operatori – a cui erano avanzate alcune dosi di vaccino – abbiano chiamato i famigliari. E tra questi anche la figlia minorenne di un volontario di una pubblica assistenza. Ma il protocollo, scandisce Barcaiuolo, dato che le dosi ricomposte durano solo sei ore, prevede che “vengano contattati gli operatori sanitari che hanno dato la disponibilità a essere vaccinati al fine di non sprecare alcuna dose e perciò la somministrazione del siero ad altre categorie non risponde ad alcuna direttiva». Alcuni sanitari, “non riuscendo a contattare alcun operatore sanitario di propria iniziativa avrebbero iniziato a chiamare i propri parenti”. In seguito, l’Ausl ha aperto sul caso un’istruttoria urgente.
Ma il vaccino, sottolinea Barcaiuolo, è un bene prezioso, soprattutto quando ci sono ancora poche dosi e con il rischio di una terza ondata. Il consigliere conclude: “Non è pensabile che con facilità chi dispone delle dosi possa utilizzarle pro domo sua”.