Verificare la persistenza degli anticorpi generati da una vaccinazione, o prodotti da una immunità naturale, (la Titolazione anticorpale) potrebbe avere effetto sulla gestione della priorità vaccinale anticovid, anche perché il prelievo di sangue per i test è stato effettuato finora su personale sanitario e su quello delle Cra (Case residenza per anziani). A beneficiarne sarebbero le categorie più a rischio, che avrebbero più possibilità.
A chiederlo, in una interrogazione, sono i consiglieri della Lega Daniele Marchetti – come primo firmatario – Fabio Bergamini, Simone Pelloni e Valentina Stragliati. L’atto ispettivo, indirizzato alla Giunta, vuole conoscere se “ci sono Ausl che effettuano la Titolazione anticorpale agli operatori sanitari e delle CRA prima di effettuare il vaccino anti-Covid e se la Titolazione Anticorpale potrebbe avere effetti sulla gestione della priorità vaccinale anticovid”. I consiglieri chiedono anche quale sia “la posizione della Regione in merito alla Titolazione Anticorpale in questa campagna vaccinale anticovid”.
I quattro leghisti ricordano come, al 4 gennaio, nella nostra regione siano state vaccinate contro il coronavirus 6.654 persone. “I vaccini sono stati effettuati a donne e uomini che lavorano nella sanità regionale fra medici, infermieri e operatori e a operatrici e operatori delle Cra, oltre ai degenti delle residenze per anziani. In base alle ultime informazioni, solo da marzo si potrebbe procedere alla vaccinazione di tutta la popolazione. Questo dipende soprattutto dalla carenza di vaccini che ne impongono un utilizzo programmato”, scrivono i rappresentanti del Carroccio.
La Titolazione anticorpale, effettuata al personale sanitario e delle Cra, potrebbe così modificare la gestione della priorità delle vaccinazioni “dando più possibilità alle categorie più a rischio”.


