Collaborare con la Regione Lazio e l’Ospedale Spallanzani perché prima dell’estate ci sia il vaccino italiano contro il Coronavirus.
A chiedere all’amministrazione regionale dell’Emilia-Romagna di “interagire e collaborare con la Regione Lazio e l’Ospedale Spallanzani, sia economicamente sia mettendo a disposizione laboratori, ricercatori, università, centri di ricerca e volontari per la sperimentazione, affinché lo sforzo corale di tutte le Regioni possa accelerare la fase dello sviluppo e comunque consentire di arrivare con maggiore sicurezza al traguardo non oltre il mese di giugno” è una risoluzione di Fdi a firma dei consiglieri Michele Baraciuolo (primo firmatario), Marco Lisei e Giancarlo Tagliaferri, che prende le mosse dall’attuale situazione di incertezza dovuta ai ritardi nell’arrivo delle fiale dei vaccini rispetto alle tabelle di marcia originali.
“Siamo oggi ostaggi delle multinazionali e di industrie straniere che, a quanto pare, si dimostrano inaffidabili. Dobbiamo forse iniziare a liberarci di questa sottomissione e investire sullo sviluppo del vaccino italiano”, spiegano i consiglieri che ricordano come “la Regione Lazio (di cui lo Spallanzani è un’Azienda Ospedaliera) ha sostenuto la fase 1 della sperimentazione e il governo si è impegnato a farlo per le prossime fasi. La nostra Regione vede la presenza sul territorio di una fiorente industria farmaceutica, fra le migliori in Europa, che con ogni probabilità sarebbe pronta a sostenere anche uno sforzo produttivo. Come si apprende infatti da fonti di Farmindustria, la presenza farmaceutica è fortemente concentrata in cinque regioni (Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto) che da sole determinano quasi il 90% dell’occupazione totale: all’inizio della pandemia sono state molte le aziende che hanno riconvertito la propria catena di lavorazione per collaborare alla produzione di DPI quanto mai rari e necessari. Non si chiede certo che le aziende riconvertano la propria produzione farmaceutica in un ambito lontano da quello proprio, ma si invita a sensibilizzarle verso un obiettivo comune e fondamentale per la salute pubblica del Paese, ossia lavorare per il raggiungimento di un vaccino al 100% italiano”.