Presentata in commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini, la strategia regionale di specializzazione intelligente di ricerca e innovazione per il 2021-2027. “Una strategia, anche di metodo, che la Giunta consegna all’Assemblea legislativa e che- spiega l’assessore allo sviluppo economico e green economy, Vincenzo Colla– lega e intreccia fattori diversi, affrontando nuove sfide di carattere globale”.
L’assessore presenta il sistema regionale di ricerca e innovazione, “un patrimonio di identità territoriali, un ecosistema accademico di valenza internazionale che questa regione ha messo in campo e costruito negli anni” e che comprende “enti di ricerca internazionali (come Cineca), autorità internazionali (come Efsa), infrastrutture di ricerca, sistemi universitari di alta formazione e industrie 4.0 (come Fondazione Big Data)”.
Un patrimonio che, secondo le parole dell’assessore, si intreccia all’interno di una rete che coinvolge sia il pubblico che il privato. Sono tre i macro-obiettivi che permetteranno di concorrere a livello europeo: rafforzare la capacità innovativa dei sistemi produttivi, come quello agroalimentare o dell’edilizia; potenziare i sistemi industriali portatori di innovazione sociale ad alto potenziale di crescita; rafforzare le filiere dei servizi e industriali. Fra i nuovi progetti in programma, l’assessore cita il grande centro di intelligenza artificiale che coinvolgerà tutte le università della regione, la Fondazione Big Data, l’Agenzia meteo nazionale e la candidatura dell’università Onu a Bologna.
Per quanto riguarda le risorse, giocheranno un ruolo centrale i finanziamenti europei Horizon e Digital Europe Programme, i fondi strutturali, ma anche il Patto per il lavoro e per il clima e il Piano nazionale di ripresa e resilienza. In tutto, la stima degli investimenti complessivi è di 2 miliardi e 700 milioni di confinanziamento pubblico, 2 miliardi e 300 milioni di confinanziamento privato per un totale di 5 miliardi.
“Il percorso partecipativo è stato avviato- assicura l’assessore- abbiamo già coinvolto associazioni imprenditoriali, i clust-er, la Conferenza regionale delle università, gli ordini professionali, la consulta agricola, i tecnopoli. Il tutto tramite una piattaforma di consultazione pubblica di Open Innovation”.
Secondo Valentina Castaldini (Forza Italia) questa strategia non può prescindere dal Recovery Plan. “Noi, come Regione Emilia-Romagna, abbiamo sempre investito sul criterio legato alla vivacità del territorio, puntando sulle eccellenze. Ma ora bisogna capire come verranno coinvolti i territori nel Recovery Plan. La programmazione settennale non ci è utile se non conosciamo il Recovery Plan nel dettaglio”.
Stefano Bargi (Lega) sottolinea che in questa strategia viene data “molta enfasi all’innovazione e il rischio è quello di lasciare indietro le piccole, medie e micro imprese del territorio. Bisogna essere molto più attenti a realizzare bandi che siano accessibili a tutta le realtà del nostro territorio”.
“Stiamo parlando di una parte della strategia europea, quella di ricerca e innovazione- specifica Palma Costi (Partito democratico)– che aggiunge: “Questa regione ha deciso da 20 anni di investire nel settore ricerca e innovazione e questo ci ha permesso di crescere e raggiungere livelli come quelli degli ultimi anni. Il Tecnopolo di Bologna, ad esempio,- continua- è un grande risultato, frutto di una lungimiranza politica e amministrativa dispiegatasi nel corso di questi anni”.
“Una delle sfide che dobbiamo raccogliere da questa nuova strategia- commenta Federico Amico (Er Coraggiosa)– è sicuramente quella di migliorare la qualità di vita dei cittadini attraverso servizi più puntuali e prossimi con un alto tasso tecnologico. Lo sviluppo non deve essere solo inteso solo dal punto di vista economico ma anche in termini di coesione sociale”.
Positivo il giudizio di Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini). “L’elemento di forza di questa strategia è dato dal qualificato sistema territoriale di ricerca e innovazione che abbiamo costruito negli anni con tecnopoli e centri di ricerca. L’Emilia-Romagna ha molto da mettere in campo e le sfide principali avverranno in ambito europeo”.
(Francesca Mezzadri)