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Coronavirus Piacenza. Tagliaferri (Fdi): “Perché Ausl non fa tampone a donna incinta?”

Il consigliere cita vicenda di una donna che ha segnalato di essere stata a contatto con un soggetto a rischio ma non è mai stata contattata dalla sanità e ha quindi dovuto fare i test pagandoli di tasca propria

A Piacenza una donna incinta che ha avuto un contatto diretto con una persona risultata positiva al coronavirus ha dovuto pagarsi di tasca propria i tamponi perché l’Ausl non l’ha mai contattata. A chiedere chiarezza alla Regione sulla vicenda è, con un’interrogazione, il consigliere Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia). A seguito di un contatto diretto con un soggetto positivo al Covid-19 la donna ha chiesto informazioni al numero verde dell’Ausl e al numero per prenotazione tamponi, le viene quindi richiesto di inviare una mail (all’indirizzo segreteriacovid@ausl.pc.it) nella quale doveva indicare i suoi dati, quelli del suo medico di base (dal quale già aveva ottenuto l’impegnativa per l’effettuazione del tampone), i dati della persona risultata positiva e tutt’ora ricoverata in ospedale, i suoi recapiti e, soprattutto, comunicare il suo attuale stato di gravidanza (l’operatrice le ha chiesto di specificarlo, sottolinearlo, di modo che la situazione venisse immediatamente segnalata, così da poter ricevere assistenza immediata)”, spiega Tagliaferri, che ricorda anche come “la segnalazione sia stata inoltrata in data 5 novembre”. Il 6 novembre alla donna viene comunicato che la segnalazione è stata inoltrata ai sanitari competenti, e nient’altro. La signora ha quindi provveduto da sé al tampone: “Il 9 novembre si è recata presso una clinica privata per effettuare i test”. Ad oggi, rimarca il consigliere, “non ha ancora ricevuto una chiamata da Ausl o chi di dovere, per poter prenotare il tampone (non è servito nemmeno essere già in possesso dell’impegnativa del suo medico, nella quale si precisava il contatto diretto con un soggetto positivo)”. Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “come intenda giustificare queste gravissime mancanze circa i diritti di assistenza sanitaria che ogni cittadino emiliano-romagnolo pensa di potere godere”. (Luca Molinari)  “

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