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Sanità Modena. Emergenza coronavirus, Gibertoni (M5s) critica le restrizioni attivate dal direttore Ausl

“È diritto della totalità del personale sanitario, in merito all’epidemia in corso, manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”

“Sollecitare il direttore generale dell’Ausl di Modena a rivedere la circolare inviata ai medici responsabili di presidi sanitari e ospedalieri”. A chiederlo, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, è Giulia Gibertoni (M5s). Per la consigliera, in particolare, “è diritto della totalità del personale sanitario, in merito all’epidemia in corso, manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (senza per questo sconfinare in violazioni di diritti altrui come ad esempio la privacy)”. La consigliera, si legge nell’atto ispettivo, si riferisce, infatti, a una circolare attraverso la quale “il dirigente modenese chiede ai responsabili dei presidi di ‘chiarire a tutti i collaboratori che qualunque comunicazione (attraverso i canali social o attraverso qualunque altro mezzo) che non corrisponda a verità, o che sia relativa a informazioni su pazienti, o che, in generale, possa causare ingiustificato allarmismo, sarà oggetto di provvedimenti formali da parte dell’Azienda, che si riserverà di verificare gli estremi di denuncia per procurato allarme’”. Lo stesso direttore generale, si sottolinea ancora nell’interrogazione, ha inoltre riferito che “‘in termini generali, stante la situazione, riterrei opportuno per i nostri colleghi di astenersi completamente dalla comunicazione via social per tematiche inerenti l’epidemia, stante che ogni dichiarazione fatta da un operatore sanitario assume un valore di particolare rilievo nella comunicazione verso la collettività. Comunicazione che è dovere e responsabilità dell’Azienda, insieme alla Regione, gestire in maniera appropriata e congrua a livello istituzionale’”. Queste restrizioni, rimarca la pentastellata, “sembrerebbero ledere il principio del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero tutelato dall’articolo 21 della Costituzione italiana”. Di fatto, prosegue, “il rischio è che si configuri una sorta di bavaglio generalizzato, riducendo, in questo modo, la lotta alle fake news”. Questa limitazione, rincara la dose la politica modenese, “ci fa pensare alla storia di Li Wenliang, un medico che lavorava all’ospedale centrale di Wuhan, il primo a denunciare pubblicamente l’epidemia (alla fine dello scorso dicembre), condotto per questo in ‘rieducazione’”.

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