Dati aggiornati sulle uccisioni del capriolo nel territorio regionale corrispondenti alle ultime tre stagioni faunistico-venatorie. Li chiede in un’interrogazione alla Giunta Giulia Gibertoni (Misto), visto che dopo lo stato di emergenza sanitaria non è stato possibile lo svolgimento dei previsti censimenti primaverili degli ungulati, funzionali alla richiesta del previsto parere annuale di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)”, così come stabilito dalla legge regionale che “autorizza il prelievo venatorio degli ungulati esclusivamente in forma selettiva secondo le indicazioni dello stesso ISPRA”. Il piano di prelievo del capriolo prevederebbe infatti un numero di capi massimo prelevabili per ogni provincia (ad esempio 2.378 per la provincia di Bologna, per un totale a livello regionale di 17.497 capi prelevabili). Numeri che, secondo la consigliera, sono già alti, e che “se fossero corrispondenti davvero ai capi uccisi assumerebbero i connotati di una vera strage di animali. Autorizzare il prelievo di 17.500 capi di capriolo nella presente stagione faunistico venatoria, senza dati certi sulla specie, sarebbe – continua Gibertoni- un vero azzardo dal punto di vista conservazionistico”. Gibertoni fa quindi notare che nelle ultime stagioni di caccia “non sarebbe stata nemmeno eseguita la determinazione di un numero minimo certo delle popolazioni di capriolo”. Nelle linee guida tracciate daISPRA per la gestione degli ungulati sono stati presentati “metodi alternativi per il conteggio come quello notturno con il faro” e “altri metodi per raccogliere informazioni desunte (uso delle foto trappole, pellet group count, distance sampling associato a termografia a infrarossi, indici biometrici della popolazione ecc.)”. Ma, fa presente la consigliera, questi metodi non sarebbero stati utilizzati in regione, “preferendo affidarsi alle serie storiche dell’ultimo quinquennio. La riproposizione, anno per anno, di piani di prelievo del capriolo, con numeri sempre maggiori e che prevedono l’uccisione in una singola stagione venatoria di un numero che potrebbe oscillare tra un quinto e un quarto dell’intera popolazione regionale, evita – lamenta Gibertoni – di concentrare il dibattito sulla reale soluzione del problema, offrendo alla Regione Emilia-Romagna la possibilità di blandire la potente lobby dei cacciatori”. Da qui la richiesta della consigliera alla Regione di “rivedere le proprie politiche di contenimento della popolazione regionale del capriolo utilizzando prioritariamente tecniche alternative di controllo che ne evitino l’uccisione”.”
28 Agosto 2020
Caccia. Gibertoni (Misto): Rivedere politiche di contenimento capriolo, utilizzare metodi alternativi all’uccisione
“La riproposizione di piani di prelievo del capriolo, che prevedono l’uccisione di un numero che potrebbe oscillare tra un quinto e un quarto dell’intera popolazione regionale, evita – lamenta Gibertoni – di concentrare il dibattito sulla reale soluzione del problema, offrendo alla Regione Emilia-Romagna la possibilità di blandire la potente lobby dei cacciatori”
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28 Agosto 2020


