COMUNICATO
Assemblea

Infrastrutture Ferrara. Gibertoni (Misto) chiede di rivedere il progetto dell’idrovia: “Pozzo senza fondo”

La consigliera chiede all’esecutivo regionale “di predisporre, già oggi, degli studi su come riutilizzare l’opera nell’ipotesi, approssimabile alla certezza, che una volta conclusa si rivelasse del tutto inutile”

Rivedere l’idrovia ferrarese prima del suo completamento (nonostante le somme già investite), questo per garantirne un’effettiva utilità, convogliando parte dei fondi destinati all’opera per potenziare il trasporto commerciale su ferro, in particolare investendo sulla Romea ferroviaria, tra i porti di Ravenna e Venezia, collegata con Padova e Bologna (e i relativi interporti). L’idrovia ferrarese è il tema affrontato da Giulia Gibertoni (Misto) in un’interrogazione rivolta al governo regionale. La consigliera chiede, in particolare, all’esecutivo “di predisporre, già oggi, degli studi su come riutilizzare l’opera nell’ipotesi, approssimabile alla certezza, che una volta conclusa si riveli del tutto inutile”. La consigliera vuole poi sapere, sempre sull’idrovia, quando finiranno i lavori e, quindi, quando l’opera potrà essere fruibile. Chiede anche cosa sia già stato fatto e cosa sia in via di realizzazione, quanto è già stato investito e le previsioni di spesa futur; infine, domanda informazioni sui flussi di traffico che attraverseranno il canale. Recentemente – rileva Gibertoni – il presidente Bonaccini e gli assessori Corsini, Calvano e Priolo hanno visitato alcuni cantieri collegati all’opera. Gli amministratori regionali, dopo il sopralluogo, hanno ripetuto quelli che sono gli obiettivi di questo progetto: “In primis sviluppare un sistema di mobilità su acqua compatibile con l’ambiente e alternativo a quelli su gomma e su ferro, con la creazione a Ferrara di un porto fluviale collegato al Po e a Comacchio-Porto Garibaldi, un porto fluvio-marittimo di accesso all’idrovia regionale e, in secondo luogo, rendere la via d’acqua fruibile dai cittadini attraverso piste ciclabili, accessi, scalinate, oltre che dai turisti, grazie alla possibilità di attracchi per navi turistiche, con la riqualificazione delle aree a ridosso del fiume e la valorizzazione e la promozione di attività gastronomiche, agrituristiche e naturalistiche”. Il progetto presuppone quindi, per consentire l’incremento della classe di navigabilità, lavori che dovranno adeguare la geometria del corso d’acqua ampliando il raggio delle curve, aumentare la sezione idraulica, dragando i fondali, sistemare le sponde e adeguare i ponti che interferiscono con l’asta navigabile. Modifiche, rimarca la consigliera, “che però non saranno realizzate sull’intera opera per le interferenze con il tessuto abitativo ormai esistente e l’onerosità o lo difficoltà progettuale di queste soluzioni alternative”. “Malgrado gli ingenti fondi finora impiegati, – conclude Gibertoni – l’opera continua a essere lontana dalla sua ultimazione, la cui data precisa continua a rimanere sconosciuta, come ammesso dalla stessa Regione Emilia-Romagna, allo stesso modo non è dato conoscere la quantificazione esatta delle risorse necessarie al completamento e nemmeno la loro eventuale provenienza, tanto che questa grande infrastruttura assume ogni giorno di più i contorni di un pozzo senza fondo”.

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