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Caccia Forlì-Cesena. Gibertoni (Misto): Regione faccia rispettare le regole sull’attività venatoria

In un’interrogazione la consigliera porta l’attenzione sulle “zone di caccia umide” di Cesenatico: “Vengono usate come ‘zone di terra’ prosciugando l’acqua e causando la morte degli uccelli”

La Regione intervenga per far rispettare le norme sulla caccia nella provincia di Forlì-Cesena e, in particolare, nella zona di Cesenatico. Lo chiede un’interrogazione di Giulia Gibertoni del gruppo Misto, che porta l’attenzione sulla denuncia delle  associazioni protezionistiche locali, che hanno segnalato come quelle che sono, nell’entroterra di Cesenatico, di fatto zone umide”, in cui si esercita la caccia agli anatidi, vengano considerate “appostamenti fissi di terra”. In questo modo vengono utilizzate solo per fini venatori, lasciandole poi prosciugare e diventare zone aride nel resto dell’anno, causando in tal modo la morte certa dei piccoli degli uccelli che lì si sono fermati per la riproduzione (come Folaghe, Cavalieri d’Italia, Pavoncelle, Tuffetti e altri). “Bisogna intervenire in merito alle decine di ‘appostamenti di terra’ e che sono in realtà ‘appostamenti di zona umida’- sollecita Gibertoni- ristabilendo il rispetto delle norme, in particolare della distanza tra appostamenti e sul mantenimento del livello d’acqua per tutta la durata dell’anno e non soltanto nel periodo di esercizio dell’attività venatoria.” La consigliera del gruppo Misto chiede poi che venga fatto rispettare il divieto di utilizzo di fucili caricati con munizioni a pallini di piombo o contenenti piombo all’interno delle zone umide naturali e artificiali (come laghi, stagni, paludi, acquitrini, lanche e lagune d’acqua dolce, salata e salmastra, compresi i prati allagati). “Si valuti anche l’introduzione, nel territorio di Forlì-Cesena, di un’area di valico montano interessata dalle rotte di migrazione dell’avifauna, dove sia comunque vietato l’esercizio venatorio”. “

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