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Rifiuti Bologna. Sito a ex cartiera Marzabotto, Gibertoni (Misto): “perché l’aggiunta di un simile impianto?”

La consigliera chiede all’esecutivo regionale di intervenire anche per sollecitare l’amministrazione di Marzabotto a coinvolgere maggiormente la cittadinanza sul progetto

“Che senso ha l’aggiunta di un simile impianto, dal punto di vista della gestione dei rifiuti trattati e dell’impiantisca già esistente?”. Con un’interrogazione Giulia Gibertoni (Misto) chiede spiegazioni al governo regionale sul progetto di ampliamento produttivo e sviluppo industriale nell’area della ex cartiera “Burgo” di Lama di Reno, nel comune bolognese di Marzabotto. Da un primo incontro sul tema con la cittadinanza, a fine luglio, risulta che l’impianto di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, si legge nell’atto ispettivo, “dovrebbe trattare circa 36 mila tonnellate annue di materiale, composto per circa il 50 per cento di fanghi parzialmente disidratati e prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane nonché per il restante 50 per cento da ramaglie, verde urbano e ceneri, il tutto per produrre ammendante per terriccio per la concimazione di orti e giardini e per l’utilizzo diretto in agricoltura”. All’incontro, però, “non è stata distribuita alcuna copia del progetto, né altro tipo di documentazione”. Per la consigliera “esiste una problematica relativo al trattamento e smaltimento dei fanghi prodotti dai processi di depurazione delle acque reflue urbane che ha assunto in questi ultimi anni sempre più importanza, mentre per quanto riguarda il cosiddetto ‘verde’ siamo già oltre il 90 per cento del recupero, quindi l’impianto in progetto dovrà necessariamente entrare in competizione per la fornitura della materia prima con i siti già esistenti, anche in provincia di Bologna, con il rischio di doversi approvvigionare su distanze medio-lunghe e con il conseguente inquinamento legato al trasporto”. L’esponente del Misto rileva poi le preoccupazioni dei cittadini della frazione marzabottese (a 500 metri dall’impianto), sia dal punto di vista sanitario che ambientale. Gibertoni chiede quindi all’esecutivo regionale di intervenire, anche per sollecitare l’amministrazione di Marzabotto a coinvolgere maggiormente la cittadinanza sul progetto: “La consultazione dei cittadini si deve svolgere nelle forme dell’inchiesta pubblica, promuovendo un’istruttoria oppure attivando un pubblico contraddittorio”. La consigliera vuole poi conoscere “a quali prescrizioni un impianto del genere debba attenersi per ottenere l’autorizzazione all’esercizio”.

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