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Ambiente Bologna. Gibertoni (Misto): fermare l’attività venatoria nel Parco Città Campagna

La consigliera elogia quanto viene fatto nell’ampia area verde alle porte del capoluogo emiliano e invita a mettere un freno al prelievo di animali e più in generale a ogni forma di caccia

La Regione sospenda le attività venatorie all’interno del Parco Città Campagna di Bologna. A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ripercorre la storia dello spazio verde alle porte di Bologna, ricorda le norme vigenti in materia di caccia e selezione venatoria ed elogia le attività svolte dai gestori del Parco. Boccia, poi, come “contrastante con gli obiettivi del progetto Parco Città Campagna” ogni forma di attività venatoria. Da qui l’atto ispettivo per conoscere dall’esecutivo regionale “se non ritenga del tutto incongruo inquinare un ambito prezioso, come quello del Parco Città Campagna e, nello specifico l’area di Villa Bernaroli, con attività di prelievo o cattura assimilabili a quelle venatorie o, comunque ad esse funzionali o similari, che, seppur formalmente lecite, contrastano con gli investimenti effettuati, anche dalla stessa Regione Emilia-Romagna, e soprattutto con gli obiettivi del progetto del Parco Città Campagna, quali la valorizzazione dell’offerta turistico ricreativa dell’area, la valorizzazione della rete dei paesaggi e l’integrazione delle aree a elevato valore ecologico-ambientale, l’elaborazione di progetti rispettosi dei caratteri paesaggistici, il consolidamento della rete ecologica provinciale e locale”. Sempre alla Giunta regionale, Gibertoni chiede “se non ritenga opportuno, stante l’alto valore sia del modello di attività agricola sia del modello di gestione dei rapporti sociali portati avanti dalla cooperativa agricola che gestisce gli spazi, tanto all’interno della stessa cooperativa quanto nei confronti della comunità locale, che rappresentano un modello da seguire e diffondere sui territori, ma che proprio per questo stonano con l’incapacità di fare i conti, in maniera rispettosa e sostenibile con poveri animali incolpevoli quali lepri, piccioni e storni, già sterminati a svariate decine di migliaia all’anno sul territorio regionale, suggerire la possibilità e fornire le necessarie informazioni ai rappresentanti della stessa cooperativa agricola al fine di rafforzare pratiche rispettose anche degli animali in questione, intervento che rappresenterebbero un arricchimento di questa già feconda esperienza”.

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