Giulia Gibertoni (Misto) rivolge alla Giunta regionale una nutrita serie di domande per fare il punto sui beni sequestrati e confiscati alle varie organizzazioni mafiose. La capogruppo ricorda i passi istituzionali che hanno portato, nel 2010, alla costituzione dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) che ha come responsabilità primaria -ricorda l’esponente del gruppo Misto- l’organizzazione, in collaborazione con le prefetture e gli enti locali interessati, delle Conferenze di servizi nell’ambito delle quali le amministrazioni del territorio possono manifestare l’interesse all’acquisizione dei beni, sulla cui destinazione decide poi il consiglio direttivo dell’Agenzia”. Rifacendosi anche alle Delibere di Giunta regionale che nel 2017 e nel 2019 hanno instaurato un protocollo d’intesa con i Tribunali di Bologna e Reggio Emilia per la gestione dei beni strappati alle organizzazioni criminali, Gibertoni sottolinea come sia “costante l’aumento sul territorio della Regione Emilia-Romagna di operazioni investigative nel corso delle quali si procede spesso al sequestro di beni e aziende a carico della criminalità organizzata ed economica, basti citare come esempio le operazioni “Aemilia” e “Grimilde”, da cui deriva la necessità per le pubbliche amministrazioni di dotarsi di strumenti in grado di realizzare un veloce ed efficace riutilizzo di tali beni”. In assenza di dati aggiornati in tempo reale da parte di ANBSC, la consigliera informa che a luglio 2020 sarebbero già stati ridestinati 16.446 immobili e 1.317 aziende, mentre sono 17.358 gli immobili e 2.731 le aziende ancora in gestione da parte dell’Autorità nazionale in attesa di completare il percorso di transizione. Dalla relazione dell’Autorità nazionale del 2019 si apprende poi che, per ciò che riguarda la nostra Regione, sono 93 i beni già destinati e 107 quelli ancora privi di assegnazione ma, sottolinea Gibertoni, “il dato veramente preoccupante sono i 47 beni per cui non vi sono state manifestazioni di interesse”. Dalla situazione esistente, la capogruppo trae l’impianto delle domande contenute nell’atto ispettivo: in primis se la Giunta voglia estendere ad altri territori i protocolli tutt’ora esistenti con i tribunali di Bologna e Reggio Emilia. Oltre a ciò vengono richiesti anche i dati aggiornati dell’attività di ANBSC con il dettaglio dei soggetti a cui sono stati destinati i beni provenienti dalle organizzazioni criminali. Calandosi maggiormente sulla realtà regionale, Gibertoni chiede i dati delle aziende in gestione sottoposte a sequestro o confisca con la specifica se siano o meno ancora in attività e “se corrisponda al vero che la percentuale dei beni effettivamente utilizzati, fra quelli complessivamente destinati dalla ANBSC sul nostro territorio regionale, sia del 62,5%” Ulteriori quesiti, poi, riguardano le criticità riscontrate dall’attività dell’Autorità nazionale sul territorio regionale, riguardo alle quali Giulia Gibertoni domanda all’esecutivo regionale, “se si abbia una qualche proposta in merito ai plessi immobiliari già portati in Conferenza di servizi e per i quali non è stata acquisita alcuna manifestazione di interesse, individuando progettualità atte a garantire una loro rifunzionalizzazione a scopi sociali o istituzionali ed evitando il fallimento del sistema di destinazione dei beni confiscati che già versa in situazione critica”. “
23 Ottobre 2020 13:29
Legalità. Gibertoni (Misto): “Qual è lo stato della procedura di confisca dei beni alle mafie?”
La consigliera, con un’articolata interrogazione, chiede conto alla Regione dei beni sequestrati e confiscati alle varie organizzazioni mafiose presenti sul territorio
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23 Ottobre 2020 13:29


