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Territorio. Gibertoni (Misto): “legge su grandi derivazioni appena approvata avrà un reale futuro?”

La capogruppo rivolge alla Giunta regionale un’interrogazione sollecitando una riflessione sul futuro che potrebbe avere la legge sulle grandi derivazioni appena approvata dall’Assemblea legislativa

Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) ritorna sulla legge regionale delle grandi derivazioni idroelettriche approvata la scorsa settimana dall’Assemblea legislativa. Gibertoni parte nella sua disamina dando notizia del tentativo del governo nazionale di modificare l’art. 12 del Dlgs 16/3/1999 (quello che introduceva il libero mercato e il regime delle concessioni) che porterebbe alla cancellazione della retrocessione gratuita dei cosiddetti beni bagnati” (dighe, condotte, ecc.) alle regioni, oltre a prorogare automaticamente le concessioni già scadute fino al 31 luglio 2024 e ad innalzare il limite minimo della potenza da 3 a 10 MW (come chiesto da Confindustria) per definire le grandi derivazioni. In virtù di quest’ultima modifica, per la consigliera, si “ridurrebbero, di fatto, di circa il 60% le concessioni che andrebbero riassegnate (regalando, pertanto i “beni bagnati” ai soggetti privati gestori), a tutto vantaggio dei concessionari uscenti e con un danno evidente ai territori che ospitano detti impianti”. Per la capogruppo, se questa modifica collegata alla manovra finanziaria attualmente in discussione andasse in porto, “verrebbe stroncata sul nascere una forma di autonomia regionale in ambito energetico che potrebbe avere risvolti positivi per i territori direttamente interessati dalle grandi derivazioni idroelettriche e ciò anche nel nostro territorio regionale”. Stanti gli scenari che potrebbero definirsi nell’immediato futuro, Gibertoni chiede alla Giunta come giudichi le modifiche che potrebbero essere introdotte su questo tema a livello nazionale. Oltre a ciò la sollecitazione all’esecutivo regionale per schierarsi pubblicamente “anziché dalla parte dei soggetti gestori, Confindustria in testa, dalla parte dei territori montani già ampiamente penalizzati e dimenticati”. In via generale, infine, la capogruppo invita la Regione a formalizzare l’eventuale contrarietà attraverso l’apposito tavolo di coordinamento tra Regioni, ministero dello Sviluppo economico e Dipartimento per le politiche europee, oltre a definire degli scenari se la norma annunciata dal governo diventasse effettivamente legge. “

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