COMUNICATO
Assemblea

Agricoltura. Barcaiuolo (Fdi): tutelare i prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna

Il consigliere chiede alla Giunta di intervenire anche in sede di Conferenza Stato-Regioni per evitare imitazioni dei prodotti regionali, come il parmigiano reggiano

Intervenire per ottenere la giusta tutela legale internazionale per i prodotti Dop, perché, oltre alla crisi causata dalla recessione economica globale da Coronavirus, si rischia anche un aumento delle imitazioni e quindi a una svalutazione del prodotto originale. Agire, inoltre, per mantenere forte il ruolo della Regione nella gestione delle risorse finanziarie a vantaggio di un’agricoltura di qualità, nella tutela dei prodotti di nicchia che le rendono famose nel mondo, nel sostegno, attraverso l’integrazione del fondo di riserva per le crisi, da destinare al supporto dei produttori già colpiti da dazi e che ora potrebbero vedersi chiudere un ennesimo mercato. Infine, sempre attraverso la Conferenza Stato-Regioni, spendersi per portare avanti la strenua difesa del Made in Italy e in particolare del “Made in Emilia Romagna”, vale a dire le decine di prodotti Dop e Igp gravemente sotto attacco dalla possibile adozione dell’etichettatura “Nutri-score” voluta dalla multinazionale Nestlè, fuorviante metro di misura della qualità dei prodotti agroalimentari. A chiedere l’intervento della Giunta regionale è il consigliere di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo, che ha presentato un’interpellanza a tutela dei prodotti agricoli e agroalimentari emiliano-romagnoli. I prodotti alimentari italiani a indicazione geografica e di qualità (Dop/Igp)- sottolinea il consigliere- rappresentano circa il 30 per cento del totale dell’export agroalimentare italiano verso la Gran Bretagna. Da Piacenza a Rimini, sono 20 i prodotti agroalimentari classificati come Dop e 25 quelli classificati Igp, per un totale di 45 prodotti tipici emiliano-romagnoli riconosciuti dall’Unione Europea”. Inoltre, “ogni giorno circa 3.860 forme di parmigiano reggiano prendono il volo verso i mercati esteri; alla fine dell’anno sono circa 1,4 milioni le forme esportate. Il dato, fornito dal Consorzio dei produttori, conferma la centralità delle esportazioni per il business del re dei formaggi: più 4,5% nei primi sei mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Ma a preoccupare Barcaiuolo è anche “l’ultimatum, lanciato dal premier britannico Boris Johnson, sul negoziato con l’Unione Europea per la Brexit: la Gran Bretagna – evidenzia il consigliere – rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti alimentari italiani a indicazioni geografica e di qualità come appunto il nostro celebre Parmigiano Reggiano”. “

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