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Covid. Piccinini (M5s): stop a deroghe per la caccia al cinghiale

La consigliera chiede alla Giunta di applicare in maniera rigorosa tutte le disposizioni nazionali in materia di limitazioni antiCoronavirus relativamente all’attività venatoria

La Regione sospenda immediatamente ogni deroga all’attività venatoria rispetto a quanto previsto dalle vigenti normative governative antiCoronavirus. A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), che spiega come a seguito di una richiesta avanzata dalla Regione e della risposta data dalla Prefettura di Bologna può proseguire la caccia al cinghiale svolta in particolare dai cacciatori in braccata, che agiscono in gruppi composti da un minimo di 15 ad un massimo di 40 persone, oltre ai cani limieri usati per la caccia al cinghiale, consentendo quindi gli spostamenti dei cacciatori dal territorio di un comune all’altro, anche se si trovano in regioni diverse”. Piccinini sottolinea come si tratti di una decisione che da un lato indebolisce gli effetti delle normative nazionali in materia di contenimento della pandemia da Coronavirus, dall’altro crea disparità di trattamento rispetto ad altre attività, sia economiche sia sportive. Da qui l’atto ispettivo per chiedere alla Giunta se intenda “rivedere immediatamente la propria posizione, ordinando quindi da subito la sospensione delle attività venatorie in Emilia-Romagna, o almeno limitare gli spostamenti dei cacciatori all’interno del proprio comune, al fine di rispettare le esigenze di limitazione della mobilità e dei contatti determinati dalla pandemia e chiedere al governo di dare immediata disposizione ai prefetti affinché impongano il tassativo rispetto delle disposizioni contenute nel Dpcm del 4 Novembre senza creare disparità fra cittadini e senza contribuire attraverso spostamenti inutili e dannosi non solo a ridurre la biodiversità, ma addirittura a contribuire alla diffusione del contagio”. “

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