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Sanità Bologna. Fi: chiarezza sul reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale Sant’Orsola

La consigliera Valentina Castaldini vuole spiegazioni puntuali sul perché il reparto non sia tornato a pieno regime e le sale operatorie siano ancora chiuse

La Regione rimetta a pieno regime il reparto di otorinolaringoiatria del policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e spieghi perché molti servizi non sono ancora stati ripristinati dopo la fine della fase acuta della pandemia da coronavirus. A chiederlo è, in un’interrogazione, la consigliera Valentina Castaldini (Forza Italia) che fa una ricognizione dei servizi offerti prima e dopo il coronavirus, puntualizza i servizi attualmente svolti fuori dal reparto del Sant’Orsola-Malpigni e poi interroga la Giunta per sapere “perché le sale operatorie dell’unità operativa di otorinolaringoiatria del policlinico siano ad oggi chiuse, nonostante il favorevole andamento epidemiologico e la progressiva ripresa delle attività sia urgenti sia programmabili; perché il reparto di otorinolaringoiatria sia ad oggi chiuso; come vengano trattate le urgenze di patologie di competenza otorinolaringoiatrica prese in carico dal pronto soccorso; perché si sia attivata una convenzione con la casa di cura privata Villa Nigrisoli per l’attività operatoria, nonostante fossero a disposizione le sale operatorie otorinolaringoiatriche all’interno del Sant’Orsola. Castaldini vuole anche sapere “se la convenzione con Villa Nigrisoli per l’attività operatoria oftalmologica sia onerosa; come si intenda porre rimedio alla lista d’attesa di 1.800 pazienti formata durante questi mesi di sospensione dell’attività chirurgica otorinolaringoiatrica programmata e mai svolta; quando si intenda riaprire l’accesso alla lista d’attesa; cosa intenda fare per porre rimedio a questa situazione”. “

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