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Lavoro. Risoluzione contrasto caporalato di Europa Verde: sì unanime in Commissione

La risolzuione chiede la costituzione di sezioni territoriali come strumenti di prevenzione delle pratiche di caporalato, l’istituzione di un marchio di certificazione per i prodotti “liberi dal caporalato” e un giusto compenso per i lavoratori e gli imprenditori del settore agricolo

Sì all’unanimità in Commissione politiche economiche alla risoluzione di Europa Verde sul contrasto al caporalato in agricoltura e sull’opportunità di istituire il marchio di certificazione prodotti liberi dal caporalato”. La risoluzione nasce con l’intento di fornire indicazioni alla Giunta per combattere il fenomeno del caporalato. “Una pratica che- ha ricordato la consigliera di Europa Verde- è collegata al mondo agricolo ma non solo. I dati ci dicono che nel 2018 su oltre 7 mila accertamenti si è registrato un tasso di irregolarità pari al 54 per cento, con oltre 5 mila lavoratori interessati dalle violazioni. Fra i lavoratori irregolari, circa il 74 per cento era impiegato nel settore agricolo e oltre la metà erano cittadini stranieri. Questo significa- prosegue- che si tratta di un fenomeno che riguarda anche italiani”. La consigliera poi, oltre a sottolineare che “geograficamente il caporalato è arrivato a toccare anche la nostra regione”, ha citato il Testo Unico per la promozione della legalità che promuove l’adesione delle imprese agricole alla rete del lavoro agricolo di qualità, chiedendo quindi la “costituzione di sezioni territoriali come strumenti di prevenzione delle pratiche di caporalato”. Fra gli altri punti richiesti nella risoluzione, la promozione di modalità efficienti di incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore agricolo grazie ai nuovi Centri per l’impiego e l’istituzione di un marchio di certificazione per i prodotti “liberi dal caporalato” – uno strumento che potrebbe contrastare alla radice il fenomeno del lavoro in nero o sottopagato. La consigliera ha chiesto anche che “la Consulta agricola regionale dedicata al contrasto al caporalato garantisca equilibrio tra tutti gli attori della filiera agroalimentare e assicuri il giusto compenso per i lavoratori e per gli imprenditori del settore agricolo”. Europa Verde, inoltre, nell’affermare che “uno dei tasti più importanti per garantire la legalità è proprio l’equo compenso”, ha riportato nell’atto anche “la recente decisione del governo di regolarizzare i braccianti immigrati, scelta che potrà contribuire a contrastare il rischio dello sfruttamento e dell’intermediazione criminale di manodopera precaria”. Su questo passaggio la Lega è intervenuta, e, pur dichiarandosi d’accordo sull’equo compenso, ha sottolineato che “la regolarizzazione dei braccianti come misura di contrasto è, ad oggi, un incentivo all’immigrazione clandestina”. Da qui, lo stralcio del passaggio nell’atto di Europa Verde (“fermo restando che rimango convinta di questa dichiarazione” ha specificato la consigliera) per consentire il voto unanime. La Lega ha anche manifestato perplessità sulle funzioni richieste ai nuovi centri per l’impiego, perché “così come sono strutturati spesso non funzionano”, ma ha sottolineato l’importanza di azioni come queste per contrastare la pratica del caporalato. ER Coraggiosa ha aggiunto come il fenomeno riguardi anche altri settori, come quello della lavorazione delle carni e quello tessile, mentre il Partito democratico ha spiegato come “anche la tecnologia possa permettere di essere più performanti nel contrasto al caporalato, con il rispetto delle norme all’interno di tutti processi produttivi e garantendo così una concorrenza leale in tutte le filiere”. La consigliera ha infine ribadito l’importanza di politiche di prevenzione a favore della legalità soprattutto in quest’epoca post Covid dove “la criminalità sarà organizzata a sfruttare tutte le risorse che verranno messe in campo”. “

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