Il consigliere Michele Facci (Lega) chiede lumi alla Giunta sul piano di riavvio delle attività specialistiche ambulatoriali”, specificamente richiamato nelle linee guida per la riattivazione dei servizi sanitari territoriali nella fase post-COVID alla fine dello scorso mese di aprile, e ad oggi non ancora conosciuto. In una interrogazione a risposta orale in Commissione alla quale ha aderito anche il collega Daniele Marchetti, Facci ricorda le drammatiche implicazioni che sono scaturite dalla sospensione di ogni attività considerata differibile durante il lockdown e ciò -specifica il consigliere bolognese- ha avuto “un’evidente ricaduta negativa sullo stato di salute della popolazione, specie quella anziana, soprattutto per l’improvviso venir meno delle terapie di prevenzione”. Numeri importanti, quindi, quelli a cui fa riferimento Facci riportando i dati dell’Ausl di Bologna al mese dello scorso marzo, dal momento “che sono state sospese complessivamente 70.000 visite, 33.600 prestazioni radiologiche, 30.000 esami di laboratorio e 34.600 altre prestazioni”. Facendo riferimento alle dichiarazioni del Presidente della Giunta e dell’Assessore alla Salute e ai primi provvedimenti adottati per il riavvio dell’attività sanitaria, Facci ricorda come si facesse riferimento a un successivo piano per tenere conto sia delle necessità dei territori che delle diverse peculiarità delle varie aziende sanitarie. A fronte della mancanza del piano -continua Facci- e delle numerose segnalazioni, provenienti soprattutto dai territori montani dove i pazienti sono “dirottati su ospedali e/o ambulatori della città con aggravio di costi e disagi, oltre alla difficoltà di effettuare le prenotazioni di nuove visite, stante il mancato pieno ripristino del sistema CUP”, si chiede il dettaglio dei “tempi di ultimazione del piano di riavvio delle attività specialistiche ambulatoriali”. Oltre a ciò Facci interroga la Giunta sulle iniziative “che intende adottare per garantire l’accesso della popolazione, specie quella più disagiata della periferia metropolitana e delle zone appenniniche, ai servizi sanitari ambulatoriali, sia quelli sospesi, sia quelli di nuova prenotazione”. Ulteriori quesiti posti, infine, riguardano le misure per garantire l’accesso ai servizi di prenotazione senza ostacoli, l’eventuale eliminazione delle restrizioni all’accesso dei parenti alle visite dei degenti nelle strutture ospedaliere e -conclude Facci- “come si intendano conciliare gli intendimenti del Programma di mandato in materia sanitaria con i disservizi che continuamente si ripetono sul territorio regionale, specie quello appenninico”. “
17 Luglio 2020
Sanità. Lega: “quando sarà presentato il piano per la fase due nella sanità regionale”?
I consiglieri della Lega Facci (primo firmatario) e Marchetti chiedono lumi sulla ripresa delle attività specialistiche e chiedono particolare attenzione per i pazienti dell’area appenninica
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17 Luglio 2020