COMUNICATO
Assemblea

Sanità Bologna. Lega: ripristinare la piena funzionalità del pronto soccorso di Vergato

Facci e Marchetti accusano la Giunta di mettere in campo politiche sanitarie in contrasto con “la dichiarata necessità di supportare i presidi sanitari di montagna e delle zone più disagiate”

“Il mancato ripristino della piena funzionalità del pronto soccorso dell’ospedale di Vergato compromette il presidio sanitario della montagna bolognese, specie in questo momento di aumentata affluenza turistica”. A scriverlo sono i consiglieri regionali Michele Facci e Daniele Marchetti (Lega) all’interno di un’interpellanza nella quale domandano alla Giunta “quali intenzioni abbia sul ripristino delle piene funzionalità dell’ospedale”. Considerazioni e domande nate dal protrarsi dell’apertura a mezzo servizio, solo per 12 ore, del pronto soccorso di Vergato nonostante dal “primo giugno sia stato riaperto quello dell’ospedale di Bazzano”. Una situazione, rimarcano i leghisti, “in aperto contrasto con l’attenzione che la Giunta ha formalmente dichiarato di volere riservare agli ospedali di montagna e delle aree più disagiate”. Discordanze che gli esponenti del Carroccio trovano anche in una delibera di Giunta dello scorso giugno in cui “la Regione ha sottolineato l’opportunità di potenziare la rete ospedaliera regionale e ha precisato come i pronto soccorso abbiano rappresentato nelle fasi di picco epidemico uno dei punti di maggior pressione giungendo così alla conclusione di mettere in campo una loro riorganizzazione e ristrutturazione”. I leghisti ricordano, inoltre, che gli ospedali di Vergato e Bazzano, durante la fase emergenziale della pandemia, “sono stati fortemente ridimensionati e penalizzati”. E aggiungono: “Il pronto soccorso di Vergato, prima del Covid, era stato potenziato: funzionamento h24, presenza in servizio di 2 medici dell’emergenza territoriale e possibilità dell’utilizzo dell’elisoccorso notturno”. Per questi motivi Facci e Marchetti domandano all’esecutivo di viale Aldo Moro “se non ritenga che tutto ciò sia in contrasto con il programma di mandato 2020-25 nella parte in cui è stata dichiarata la necessità di supportare con maggior forza i presidi sanitari della montagna e delle aree più disagiate”.

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