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Ambiente Reggio. Piena dell’Enza nel 2017, Lega: ancora ombre, servono chiarimenti

I consiglieri Catellani e Delmonte vogliono sapere dall’esecutivo regionale in particolare “quante volte e con che modalità sia stata eseguita la pulizia (manutenzione) del letto e degli argini nel tratto del fiume Enza prima dell’esondazione reggiana a Lentigione”

“Quante volte e con quali modalità è stata eseguita la pulizia (manutenzione) del letto e degli argini nel tratto del fiume Enza prima dell’esondazione a Lentigione, nel reggiano?”. A chiederlo, con un’interrogazione rivolata al governo regionale, sono i due consiglieri reggiani della Lega, Maura Catellani e Gabriele Delmonte. Nel dicembre del 2017, si legge nell’atto ispettivo, “l’ingrossamento del fiume Enza (confine naturale tra le province di Reggio Emilia e Parma) ruppe gli argini esondando a Lentigione di Brescello e l’acqua invase le strade e i piani bassi delle abitazioni”. Nella perizia della Procura di Reggio, spiegano Catellani e Delmonte, “si legge che sono due i fattori principali indicati come cause tecniche della rottura degli argini dell’Enza, ossia la scarsa efficienza delle casse di espansione di Montecchio e Montechiarugolo nonché l’abbassamento dell’argine proprio nei punti dove il fiume è tracimato”. Inoltre, proseguono i leghisti, “le accuse contestate dagli inquirenti alle persone indagate riguardano la mancata tempestività delle comunicazioni di allerta alla cittadinanza di Brescello, trasmesse invece con molto anticipo agli abitanti della sponda parmigiana”. Nel 2017, concludono i due esponenti del Carroccio, “l’allora assessora regionale Gazzolo aveva riferito che rispetto alle casse dell’Enza, a seguito del collaudo tecnico amministrativo e di quello statico, era stata verificata la corretta rispondenza tra i lavori eseguiti e quelli progettati”. Catellani e Delmonte pretendono quindi chiarimenti dall’attuale Giunta regionale.

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