COMUNICATO
Assemblea

Ambiente Reggio. Approvato l’ampliamento del paesaggio protetto Collina reggiana–terre di Matilde

Critica la Lega, che si astiene: “Manca uno storico che impedisce le valutazioni”; Pd: “Valorizziamo il territorio”; M5s: “Bene percorso partecipativo ma vigileremo”

Via libera all’ampliamento del paesaggio naturale e seminaturale protetto “Collina reggiana-terre di Matilde”. La modifica ha ottenuto il parere favorevole della commissione Territorio, presieduta da Stefano Caliandro , con i “sì” di Pd, ER Coraggiosa, Lista Bonaccini e Movimento 5 stelle e le astensioni di Lega e Lista Borgonzoni. Complessivamente vengono aggiunti, all’attuale paesaggio naturale e seminaturale protetto, 7.194 ettari suddivisi in sei aree differenti. La prima è costituita dalla lunga dorsale del monte Valestra e del monte Fosola (circa 1.514 ettari) nel comune di Carpineti; la seconda dal vasto comparto delle argille mesozoiche della val Tresinaro e della media val Secchia (circa 3.333 ettari nel comune di Baiso e circa 102 ettari nel comune di Viano); la terza è rappresentata dal diretto raccordo tra le rocche di Canossa e Rossena e l’alta pianura Reggiana nel comune di San Polo d’Enza (circa 1.546 ettari); la quarta è riferita al settore meridionale del torrente Dorgola (circa 140 ettari), sempre a Carpineti; la quinta comprende il monte Venera (circa 23 ettari) nel comune di Castelnovo ne’ Monti; la sesta, infine, è relativa all’area del parcheggio del Parco della “Pinetina” (circa quattro ettari). Paesaggi naturali e seminaturali protetti sono una peculiarità dell’Emilia-Romagna. A differenza dei parchi e delle riserve naturali i paesaggi naturali e seminaturali protetti sono aree con presenza di valori paesaggistici diffusi, d’estensione anche rilevante e caratterizzate dall’equilibrata interazione di elementi naturali e attività umane tradizionali in cui la presenza di habitat in buono stato di conservazione e di specie, risulti comunque predominante o di preminente interesse ai fini della tutela della natura e della biodiversità. Il procedimento di modifica del perimetro del paesaggio protetto è assimilabile a quello relativo alla sua istituzione che prevede l’assenso della Giunta regionale, sentito il parere della commissione assembleare. La modifica porta così l’estensione dell’area a 29.777 ettari. L’area coinvolge così 10 comuni: Casina, Vezzano sul Crostolo, Viano, Albinea, Canossa, San Polo d’Enza, Baiso, Scandiano, Vetto e Castelnovo ne’ Monti. Il dibattito. Andrea Costa, consigliere del Partito democratico, ha voluto ricordare l’importante valore della modifica: “Potrebbe essere un passaggio meramente adempitivo in realtà racconta di un ragionamento di valorizzazione del territorio. Una modifica che serve a cucire meglio il territorio, a valorizzarlo per cogliere tutte le opportunità che stanno emergendo sempre più dal punto di vista turistico. Questa è la casella numero uno. Ora attendiamo la presentazione del piano di valorizzazione”. Il dem Massimo Bulbi ha invece chiesto delucidazioni sui vincoli per residenti e agricoltori. Sollecitazione a cui i tecnici dell’esecutivo regionale hanno replicato: “Non ci sono norme vincolistiche. È un’opportunità di crescita del territorio perché consente di cucire assieme alle amministrazioni locali progetti comuni e integrati”. Mentre il direttore dell’Ente parchi Valerio Fioravanti ha aggiunto: “L’area è costituita anche in base ai vincoli preesistenti. Quest’area ha vari vincoli di tutela: ministeriali, regionali e naturalistici. L’intento del paesaggio protetto è quello dal vincolo alla valorizzazione e incremento di un’economia basata sulla sostenibilità”. Lato opposizione è invece intervenuto Michele Facci della Lega: “Ci sono delle procedure che non sono state correttamente eseguite. Secondo le linee guida regionali il piano di valorizzazione triennale dell’area doveva essere redatto entro un anno dalla sua istituzione, ma da quanto ho capito deve ancora essere fatto. Mi trovo in difficoltà quando non ho un consultivo dell’attività fin qui attuata”. Mentre il leghista Emiliano Occhi ha invece sottolineato: “Spero che riescano davvero a valorizzare quello che è il territorio appenninico perché negli anni passati non è stato fatto. Questo perché la rigida, ideologica, politica di restrizione non ha garantito la fruibilità di alcune aree”. Gabriele Delmonte, esponente del Carroccio, ha criticato il metodo con cui si è arrivati a questo ampliamento: “Un lavoro di tre anni, in cui non era inserito l’ampliamento dell’area uno, annullato in 20 giorni quando è stata inserita la zona del comune di Carpineti. Capisco il senso e non contesto la sostanza dell’ampliamento ma non capisco con quale percorso partecipativo si è arrivati all’inclusione di un’area che rappresenta da sola il 40% dell’ampliamento”. Infine, Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle pur apprezzando il “lavoro partecipativo svolto” ha chiesto di “vigilare sulla valorizzazione futura del territorio”.

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