Passata oggi all’unanimità, nel corso della commissione Pari Opportunità, presieduta da Federico Alessandro Amico, la risoluzione a firma Valentina Stragliati, Matteo Montevecchi e Simone Pelloni (Lega) che impegna la Giunta a sostenere iniziative volte al contrasto della violenza sulle donne. Questa risoluzione si inserisce – ha spiegato la prima firmataria Stragliati – all’interno di un percorso avviato in occasione della seduta assembleare del 25 novembre scorso, che ha visto un buon lavoro di concertazione e di squadra tra le diverse sensibilità di questa commissione”. Lo stesso Amico a margine delle dichiarazioni di voto ha sottolineato come la causa ispiratrice della risoluzione sia una problematica sociale che “non riguarda solo una parte ma tutto il tessuto sociale dell’Emilia Romagna, anche quello maschile” Come è riportato nel testo della risoluzione, tra marzo e giugno 2020 le chiamate al numero 1522– il numero verde antiviolenza – sono state più del doppio (804)rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le contingenze storiche, con la pandemia che ha costretto tutti tra le mura domestiche – dove il più delle volte si scatena la violenza di genere – hanno acuito questa piaga sociale. A fronte infatti di una flessione del 19 per cento degli omicidi, i femminicidi hanno visto un incremento del 5 per cento. Inoltre, mentre nel 2019 le vittime donne costituivano il 35 per cento degli omicidi totali, nel primo semestre del 2020 l’incidenza siattesta al 45 per cento. “Il fenomeno c’è, il fenomeno è attuale, e se in fase assembleare abbiano approvato una risoluzione con ottimi intendimenti, ora l’intenzione di questa risoluzione è andare a declinare delle proposte di tipo concreto”, ha dichiartoa con fermezza Stragliati. “In Italia – ha sottolineato poi Stragliati –secondo l’Istat, il 31,5 per cento delle 16-70enni, cioè quasi 7 milioni, ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza, specialmente all’interno di rapporti affettivi che si sono deteriorati. Questo vuol dire che in Italia poco meno di 7 milioni di donne tra i sedici e i settant’anni hanno subito violenza, tra cui quella fisica (20,2 per cento) o sessuale (21 per cento): dalle forme meno gravi come lo strattonamento o la molestia a quelle più gravi come il tentativo distrangolamento o lo stupro (5,4 per cento)”. Questo nonostante la promulgazione della legge 69 – la cosiddetta legge del “codice rosso” – grazie alla quale molte donne vittime di violenza hanno trovato la forza e il coraggio di denunciare quanto subito, anche tra le mura domestiche. “Una norma – è scritto nella risoluzione – che abbrevia i tempi delle denunce delle donne che hanno subito maltrattamenti, violenze sessuali, atti persecutori e lesioni aggravate”. Eppure, ha spiegato la consigliera del Carroccio: “La violenza sulle donne continua a rappresentare un vero e proprio allarme sociale, che necessita di un massiccio intervento culturale, senza il quale non assisteremo ad alcuna inversione di tendenza”. Da qui la risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere iniziative volte al contrasto della violenza sulle donne, ad aiutare le associazioni del territorio regionale che sono impegnate in questa battaglia e ad avviare procedure per intitolare vie/piazze/strade alle vittime di femminicidio, secondo criteri condivisi, ispirati a principi di imparzialità, “un modo per aprire un dibattito pubblico su una strage privata che in Italia purtroppo continua indisturbata”. “L’impegno – ha aggiunto – non deve esserci soltanto nelle ricorrenze, ma deve essere condiviso da tutti. Dobbiamo essere tutti parte di una rivoluzione culturale che parta dalla quotidianità” È Intervenuta prima delle dichiarazioni di voto anche la consigliera democratica Roberta Mori che accoglie con favore l’iniziativa della Lega ricordando anche che: “Ci deve essere un’impegno molto costante, non solo giudiziario. Impegno che deve vedere sopratutto un nutrimento della cultura del rispetto tra le persone; per questo le azioni simboliche hanno un peso notevole nel quadro complessivo: servono anche misure che facciano uscire dall’invisibilità il protagonismo femminile, in modo che l’alleanza tra uomini e donne in una cultura paritaria sia l’esito più favorevole di questo nostro impegno”. (Caterina Maggi) ”