“Garantire la continuità produttiva della ex Goldoni”. A chiedere, con una risoluzione, l’intervento del governo regionale a tutela dei 220 lavoratori dell’azienda emiliana sono Palma Costi, Francesca Maletti, Roberta Mori, Stefano Caliandro, Andrea Costa, Marcella Zappaterra, Luca Sabattini e Massimo Bulbi del Partito democratico. La crisi della Goldoni, spiegano gli otto consiglieri, “storica azienda di macchine agricole della nostra regione, è un segnale preoccupante per il settore della meccanica: la Goldoni e il suo indotto hanno rappresentato e rappresentano un’eccellenza nella progettazione e fabbricazione di macchine per una agricoltura innovativa, che costituisce un punto di forza difficilmente ricreabile in altre aree”. L’Emilia Romagna, si legge nell’atto d’indirizzo, “si è confermata anche nel 2019 come prima regione esportatrice in Italia di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura, con 1,1 miliardo di euro di vendite all’estero: il 70 per cento delle imprese e degli addetti sono concentrate nella province di Modena e di Reggio Emilia”. L’acquisizione della Goldoni da parte di Arbos Lovol (gruppo cinese), rilevano i democratici, “aveva come obiettivo l’utilizzo delle conoscenze di un’area fortemente innovatrice sulle soluzioni meccaniche in agricoltura per intervenire sul mercato europeo”. Le successive modifiche societarie, proseguono, “hanno però portato a un processo di disinvestimento nello stabilimento ex Goldoni di Migliarina (oggi Arbos Lovol), nel carpigiano, fino all‘epilogo della presentazione lo scorso 17 settembre del concordato, che comporta il rischio liquidazione di una azienda che oggi ha 220 posti di lavoro diretto, cui va sommato il lavoro della filiera”. Problemi analoghi, aggiungono, “riguardano anche il laboratorio di ricerca, della stessa azienda, nel comune bolognese di Calderara di Reno”. Se la Lovol, rimarcano Costi e colleghi, “confermasse il disimpegno e il trasferimento del know how sarebbe una chiara indicazione delle linee guida del governo cinese nella conduzione dei rapporti economici e commerciali con il nostro paese”. Questo, concludono, “significherebbe mettere la parola fine a un marchio storico italiano con un danno gravissimo per tutto il territorio”. Gli esponenti del Pd chiedono quindi l’intervento del presidente Bonaccini, “per favorire iniziative parlamentari rivolte a sostenere e a rilanciare il comparto della fabbricazione delle macchine agricole, agevolando, in particolare, in collaborazione con il governo nazionale, la tenuta dell’azienda emiliana”. Chiedono poi all’esecutivo regionale “di insistere nel ricercare, anche con il supporto di Confindustria Emilia-Romagna, soluzioni, come il subentro alla proprietà di nuovi soggetti, a tutela dei lavoratori”. Infine, gli otto consiglieri, sullo stesso tema, sollecitano “l’intervento di tutti i gruppi politici in Assemblea legislativa”.
2 Ottobre 2020
Lavoro. Crisi ex Goldoni, Pd: “Garantire continuità produttiva, Bonaccini sul governo”
Se la Lovol, rimarcano Costi, Maletti, Mori, Caliandro, Costa, Zappaterra, Sabattini e Bulbi, “confermasse il disimpegno e il trasferimento del know how sarebbe una chiara indicazione delle linee guida del governo cinese nella conduzione dei rapporti economici e commerciali con il nostro paese”
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