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Coronavirus. Lega: chiarire utilizzo 2 milioni di tamponi rapidi acquistati

Questi tamponi, spiegano quattro consiglieri, “dovrebbero servire, attraverso la sanità privata, a testare il mondo del lavoro”, senza quindi appesantire le strutture sanitarie pubbliche

Con un’interrogazione rivolta al governo regionale la Lega sollecita chiarimenti sull’utilizzo dei 2 milioni di tamponi rapidi acquistati dalla Regione Emilia-Romagna assieme alla Regione Veneto. L’atto è stato firmato da Daniele Marchetti (primo firmatario), Simone Pelloni, Valentina Stragliati e Fabio Bergamini. Questi tamponi, spiegano i quattro consiglieri, “dovrebbero servire, attraverso la sanità privata, a testare il mondo del lavoro (senza quindi appesantire le strutture sanitarie pubbliche)”. Era infatti previsto, proseguono, “un accordo con tutta la platea interessata dal Patto per il lavoro per testare, in particolare, i lavoratori dipendenti del privato con età compresa tra i 18 e i 40 anni”. Compresi, rilevano i leghisti, “i lavoratori attivi in scuole e residenze per persone anziane e persone con disabilità”. Marchetti e colleghi vogliono quindi sapere dall’esecutivo regionale, in modo dettagliato, a chi si rivolgerà questo programma (e come verranno ripartiti questi test) e chi avrà responsabilità di controllo. Chiedono poi se ci siano già accordi definiti e se verranno coinvolti tutti i territori della regione.

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