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Caccia. La Lega: derogare al numero minimo di “doppiette” per le battute al cinghiale

I consiglieri Emiliano Occhi, Fabio Rainieri, Matteo Rancan e Valentina Stragliati spiegano come lo stop ai confini tra Emilia-Romagna e Lombardia crei problemi nel completare le “squadre”, la sospensione della cui attività crea problemi seri agli agricoltori alle prese con i danni degli ungulati

Derogare temporaneamente al numero minimo di 15 partecipanti a ogni battuta di caccia al cinghiale, portandolo almeno a 10 in virtù del periodo particolare di crisi pandemica che stiamo vivendo anche alla luce delle zone rosse che sono state istituite al confine della nostra regione. A chiederlo è una interrogazione della Lega (primo firmatario il consigliere Emiliano Occhi e sottoscritta anche dai consiglieri Fabio Rainieri, Matteo Rancan e Valentina Stragliati), che si sofferma soprattutto su quanto avviene nelle province di Parma e Piacenza. In queste zone della nostra regione – spiegano gli esponenti del Carroccio – le squadre di caccia sono composte non solo da residenti emiliano-romagnoli ma anche da soggetti provenienti da altre regioni come ad esempio la Lombardia, che allo stato attuale si trova in una condizione di lockdown (ne consegue quindi che i cacciatori lombardi non possano uscire dal territorio regionale, pertanto non possono partecipare alle sedute di caccia provocando come conseguenza diretta la perdita del numero minimo per l’abilitazione all’uscita)”. “

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