Reintrodurre lo Storno fra le specie cacciabili. È quanto chiede una risoluzione presentata dal Gruppo del Pd, prima firmataria Manuela Rontini, approvata oggi dall’Assemblea legislativa regionale con i voti della maggioranza, Pd e Sel, il ‘no’ del M5s, mentre Fdi-An e Fi hanno votato l’atto ad esclusione dei punti riguardanti gli Atc. Sullo stesso argomento, è stata respinta una risoluzione della Ln.
Il documento approvato impegna la Giunta a chiedere al Governo – e in particolare al ministro delle Politiche agricole – di intervenire in sede comunitaria, alla luce della situazione della specie sul territorio italiano, per inserire lo Storno tra le specie cacciabili e di convocare urgentemente un incontro con le Regioni italiane, con Ispra e con le componenti interessate “per la definizione di indirizzi univoci nazionali per la gestione della caccia in deroga allo Storno”. Inoltre, nella risoluzione si impegna la Giunta a rivedere la legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 – anche a seguito dell’approvazione della ‘Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni’ – e, in quella sede, “a discutere il ripensamento degli ATC (relativamente alla loro composizione e agli ambiti di intervento), nel rispetto delle specificità territoriali e delle problematiche legate alle diverse realtà che li compongono (mondo venatorio, agricolo e ambientale)”.
“La rilevante presenza dello Storno comune-ha rilevato Manuela Rontini (Pd) nel suo intervento– continua a provocare consistenti danni alle colture agricole, puntualmente rilevati ogni anno dalle Province d’intesa con le Associazioni regionali degli agricoltori. L’entità dei suddetti danni è tale da determinare importanti situazioni di sofferenza a carico delle colture agricole specializzate (in particolare l’ortofrutticolo, già interessato da una grave crisi di mercato), assai diffuse sul territorio regionale, e degli allevamenti ittici”. Concordi i consiglieri del Pd Nadia Rossi, Mirco Bagnari e Giorgio Pruccoli, che hanno sottolineato “i notevoli danni subiti dalle attività agricole in questi ultimi anni”, evidenziando il fatto “che la deroga a 40 mila capi cacciabili risulta inadeguata”. Gian Luigi Molinari (Pd), anche lui a favore della risoluzione, ha invitato a “sottrarre l’argomento caccia da quello della politica, evitando accuse nei confronti dei nominati negli ATC”.
Per Tommaso Foti (Fdi-An), “la caccia è argomento di natura politica e non partitica”. Il consigliere ha poi espresso la volontà di votare le due risoluzione nella sola parte che riguarda la caccia allo Storno: “È errato, in questo momento- ha affermato- intervenire sull’attività programmatoria degli ATC”.
La seconda proposta di risoluzione, respinta dall’Assemblea legislativa, era stata avanzata dalla Ln, primo firmatario Massimo Pompignoli. Il documento chiedeva di sollecitare il Governo e tutti gli organi preposti “affinché sia reintrodotto lo Storno tra le specie cacciabili in Italia attraverso una modificazione dell’elenco delle specie cacciabili di cui all’articolo18, comma1, della legge 157/ 1992, in un’ottica di contenimento dei danni alle colture e alla flora selvatica”. La risoluzione invitava altresì la Giunta “a rivedere i termini e le prescrizioni del calendario venatorio regionale 2015/2016 per quanto concerne le specie cacciabili, le forme, i carnieri e le giornate di prelievo, tenuto conto delle obiezioni e delle proposte avanzate dai cacciatori e delle specificità di alcuni esemplari di fauna selvatica migratoria, tali da consentirne la caccia fino alla prima decade di febbraio e/o un maggiore prelievo”.
Pompignoli, nel suo intervento, aveva chiesto “di promuovere un contenimento dei costi per il rilascio della licenza di caccia e l’iscrizione agli ATC, al fine di invertire la tendenza che vede un calo drastico degli appassionati dell’arte venatoria (4mila in meno), valutando anche l’ipotesi di rivedere il numero complessivo degli ATC emiliano romagnoli in un’ottica di riordino e semplificazione”.
L’assessore all’Agricoltura, Simona Caselli, a conclusione del dibattito, ha ribadito la volontà della Giunta “di modificare formalmente (per alcuni adempimenti) la legge regionale entro il mese di dicembre”. E “dall’inizio del 2016, sentite tutte le parti interessate, si entrerà sostanzialmente nella modifica della legge, compreso il riordino degli ATC”.
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