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Diritti. Fdi: “tutelare vittime di violenza costrette per tradizioni culturali o religiose a fuggire da famiglie di origine”

Lisei, Tagliaferri e Barcaiuolo sollecitano “percorsi di protezione” e propongono “la creazione di nuove soglie di agevolazioni per garantire l’accesso prioritario alle case popolari”

“Adottare strategie più efficaci, rispetto a quelle attivate attraverso i centri antiviolenza, per contrastare e prevenire le violenze legate a motivi di tradizioni culturali, popolari e religiose”. La violenza nei confronti delle donne è il tema affrontato da Marco Lisei, Giancarlo Tagliaferri e Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia in un’interrogazione rivolta al governo regionale. In particolare, i tre consiglieri chiedono all’esecutivo “di studiare, assieme alle amministrazioni comunali della regione, la creazione di nuove soglie di agevolazioni per garantire l’accesso prioritario alle case popolari per le vittime di violenza domestica, anche a canone zero se non economicamente indipendenti, prevedendo anche percorsi di protezione nei casi in cui queste donne siano state costrette per tradizioni culturali o religiose a fuggire dalle famiglie di origine”. Nelle nostre città, spiegano Lisei e colleghi, “esistono quartieri popolari in cui risiedono, anche oramai da più di una generazione, famiglie di immigrati con tradizioni culturali, popolari e religiose fondamentaliste, è qui che donne e omosessuali rappresentano i soggetti maggiormente a ‘rischio violenza’, in particolare quando scelgono di condividere stili di vita occidentali”. Nel periodo marzo giugno di quest’anno in Emilia-Romagna, rimarcano poi i tre, “sono state 804 le persone che hanno chiesto aiuto attraverso il numero verde antiviolenza e stalking 1522 (di cui 377 vittime di violenza), più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019: molti i primi contatti al 1522, che passano da 289 nel 2019 a 683 nel 2020”. I tre consiglieri, nel rilevare che “il ministero ha attribuito all’Emilia-Romagna 1,9 milioni di euro destinati a implementare azioni e iniziative che promuovano interventi a favore di donne vittime di violenza”, vogliono sapere dall’esecutivo come verranno impiegate queste risorse.

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