“Commissionare una ricerca universitaria, sull’esempio degli Stati Uniti, per valutare le conseguenze dei ritardi nell’attivare, da parte del governo nazionale, dei primi provvedimenti di distanziamento sociale e quindi il lock down”. A chiederlo, con un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, sono Marco Lisei, Giancarlo Tagliaferri e Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia. Già da fine gennaio, spiegano i tre consiglieri, “era evidente il rischio pandemia, mentre in Italia il lock down è stato attivato il 10 marzo”. Importanti epidemiologi, proseguono, “sono concordi sul fatto che i provvedimenti di distanziamento sociale siano stati presi con almeno 20 giorni di ritardo”. Attraverso uno studio della Columbia University, evidenziano poi Lisei e colleghi, “è stato ipotizzato che se negli Stati Uniti fossero state imposte le misure sul distanziamento sociale con una settimana di anticipo, a inizio marzo, ci sarebbero stati 36 mila decessi in meno e, addirittura, se il lock down fosse stato attivato due settimane prima circa l’83 per cento delle morti, pari a circa 54 mila persone, si sarebbero potute evitare”.
29 Maggio 2020
Coronavirus. Fdi: prevedere studio su conseguenze per ritardi attivazione lock down
In particolare Lisei, Tagliaferri e Barcaiuolo vogliono sapere quante morti si sarebbero potute evitare se le misure sul distanziamento sociale fossero state programmate almeno 20 giorni prima
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29 Maggio 2020


