“L’iniziativa della consigliera Piccini è condivisibile e coerente con le azioni della Giunta sull’estensione del superbonus al 110% per il settore alberghiero. E condivide anche la sollecitazione a iniziative strategiche con gli Enti locali”.
Così il sottosegretario Davide Baruffi ha risposto alla consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) che aveva chiesto alla Regione di sollecitare il governo ad “allargare la platea dei beneficiari del super bonus 110% anche alle strutture ricettive e alberghiere, per favorire un settore particolarmente colpito dalla pandemia e aiutare la svolta green del “comparto turistico e la qualificazione del patrimonio edilizio nelle realtà a più alta vocazione turistica”.
In Aula, la consigliera ha ricordato che la misura è fondamentale, incide sull’ecologia, stimola l’occupazione e fa ripartire il settore edile, che soffre dal 2008. Inoltre, favorisce gli investimenti sul patrimonio immobiliare e ne favorisce l’efficienza energetica, lo riqualifica e lo rigenera. In Emilia-Romagna, come in Italia, il superbonus, utilizzato dai privati, funziona e in regione ci sono stati 596 interventi per un valore di 63 milioni di euro di detrazioni e lavori ultimati finora per 50 milioni. A caldeggiare il super bonus da estendere all’edilizia turistico-alberghiera, ha scandito Piccinini, sono stati anche i sindaci di Ravenna e Rimini perché “potrebbe trasmettere segnale di fiducia molto importante”.
Baruffi ha elencato le mosse della Giunta. La proposta di estensione del super bonus al 110%, ha detto, “è stata portata in Conferenza Stato-Regioni che l’ha fatta propria il 24 marzo. E’ stato preparato un pacchetto di proposte presentato al governo tra cui lo sviluppo del digitale, l’aggiornamento della legislazione turistica, una piano di promozione, l’istituzione di un nuovo fondo speciale europeo, agevolazioni fiscali e bonus vacanze”.
Soddisfatta Piccinini perché “la risposta va nel senso da me auspicato. Per l’Emilia-Romagna è un’occasione per aumentare l’attrattività del nostro territorio”.
(Gianfranco Salvatori)