“La Regione Emilia-Romagna promuove una politica di integrazione eccessivamente lassista mirata quasi esclusivamente alla concessione di diritti ai cittadini stranieri con scarsa cura nel verificare e controllare la regolarità del soggiorno presso il territorio regionale, dando inoltre poco spazio (nonostante i proclami politici) all’insegnamento della lingua italiana e al rispetto delle norme che regolano la convivenza civile”. Lo scrivono i consiglieri del Gruppo Lega nord, primo firmatario Matteo Rancan, in una interrogazione rivolta alla Giunta.
Nell’atto ispettivo, i consiglieri, oltre a chiedere appunto “quali siano le azioni volte a incrementare la conoscenza della lingua e della normativa italiana tra la popolazione straniera residente”, domandano “quali attività svolgono i 16 Centri Interculturali (associazioni il cui fine dovrebbe essere quello di approfondire il tema dell’immigrazione e della convivenza multietnica, attuando iniziative volte a sensibilizzare e a coadiuvare l’opera di integrazione specie a livello scolastico) presenti nel territorio regionale”, quali sono “gli esiti e i risultati di tali attività” e “a quanto ammonta il contributo regionale nei confronti di queste associazioni”.
Infine, chiedono se all’interno del Programma di integrazione sociale dei cittadini stranieri, la Regione “intenda indirizzare fondi unicamente a iniziative volte alla diffusione della lingua e cultura italiana tra gli stranieri, in vista di una maggiore inclusione sociale, evitando stanziamenti per corsi di lingue straniere che, evidentemente, non sarebbero attinenti alle tre azioni prioritarie e agli obiettivi prefissati dal Programma”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cc)


