“Quali sono gli impatti (a partire da quelli ambientali), compresi quelli sulla salute umana, legati all’utilizzo delle biomasse a fini energetici e come si sta muovendo, sulla materia, la Regione Emilia-Romagna?”.
A chiederlo, con un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Misto), che, nello specifico, vuole sapere dal governo regionale “se non ritenga utile un ripensamento generale sulle politiche di incentivazione dell’utilizzo delle biomasse, a partire da quelle legnose, a fini energetici”.
Il nostro paese, si legge nell’atto, “importa sia prodotti per la combustione (legna e pellet) sia legname pregiato da opera: per il legno da combustione le importazioni sono dovute anche alle centrali a biomasse forestali, che con la loro fame insaziabile stanno letteralmente mangiando le foreste europee, per il legname da opera (quello da specie nostrane), invece, viene importato proprio perché i nostri boschi sono troppo sfruttati”. Recentemente, si rimarca poi nel documento, “il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali ha annunciato l’aumento del già copioso prelievo di legname dalle foreste italiane, in un suo post su un social media si legge che l’Italia deve ‘incrementare i prelievi’ dalle foreste, allo scopo di ridurre le importazioni di legname dall’estero e ‘migliorare la gestione dei boschi’”.
Questa tendenza all’utilizzo massiccio delle biomasse legnose, sottolinea Gibertoni, “è favorita dalle politiche, sia a livello europeo sia nazionale, di deduzioni fiscali e di incentivi economici che hanno alimentato l’incremento dell’uso di questo combustibile per riscaldamento e produzione energetica, promuovendolo come ‘ecologico’ e ‘rinnovabile’, sebbene sussistano varie criticità in merito: è provato scientificamente come la combustione delle biomasse su larga scala sia tutt’altro che neutrale rispetto alle emissioni di carbonio in atmosfera; infatti è fortemente climalterante, fonte di emissioni nocive per la salute umana e dannosa per gli ecosistemi, poiché l’uso del legno ai fini energetici inizialmente aggiunge in atmosfera da due a tre volte più carbonio rispetto ai combustibili fossili (la combustione del materiale legnoso, in ambito domestico e in grande quantità negli impianti industriali di produzione energetica, produce particolato sotto forma di polveri sottili PM 2,5 e PM 10, oggi riconosciute all’origine di molte patologie umane e causa di morte nell’ordine di decine di migliaia di persone all’anno, inoltre, in molti contesti la tecnologia idonea a eliminare o almeno ridurre le emissioni non viene adottata”.
I boschi, conclude la capogruppo, “devono essere considerati non come un semplice insieme di alberi, ma come un complesso ecosistema composto da migliaia di specie vegetali e di decompositorie (complessi ecosistemi composti da migliaia e migliaia di organismi autotrofi ed eterotrofi), la loro gestione non può essere affrontata ponendosi come obiettivo la produzione di materiale legnoso e al contempo trascurando le specie viventi e le funzioni ecologiche”.
Gibertoni vuole quindi sapere dall’amministrazione regionale se lo sfruttamento di boschi e foreste, anche attraverso incentivi, non rappresenti una distorsione dell’interesse pubblico. La consigliera chiede anche quale sia la situazione in regione, il quadro aggiornato sull’utilizzo delle biomasse (a fini energetici) e, tra queste, in particolare, quelle di origine legnosa. Richiede poi i numeri sull’andamento delle superfici occupate da boschi e foreste in regione e, soprattutto, sull’andamento qualitativo.
(Cristian Casali)