Intervenire sul ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali al fine di scongiurare l’esclusione dei liberi professionisti dai Centri di assistenza agricola, chiedendo la modifica della convenzione tra l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e i Centri di assistenza agricola (CAA).
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “per ottemperare ai suoi compiti AGEA si avvale dei CAA, presso i quali le imprese agricole devono necessariamente recarsi per presentare le domande di ammissione ai contributi pubblici. I CAA, però, per poter prestare la propria attività, devono obbligatoriamente sottoscrivere ogni due anni una convenzione con AGEA al fine di regolarne i rapporti. Senza la suddetta convenzione i CAA non possono svolgere i propri compiti”.
Tagliaferri ricorda come “la convenzione per l’anno 2020 è stata presentata da AGEA ai CAA a fine gennaio di quest’anno e nella bozza della stessa si prevedeva che entro l’anno 2020 tutti gli operatori dei CAA, così come coloro che accedono ai sistemi informativi di AGEA, dovessero obbligatoriamente essere lavoratori dipendenti del CAA o delle società con esso convenzionate. Tale disposizione avrebbe come effetto la chiusura e la messa in liquidazione dei CAA in cui lavorano liberi professionisti nonché l’interruzione dei rapporti lavorativi dei professionisti che collaborano con i CAA, con gravi conseguenze economiche e lavorative per l’intero settore. La reazione dei liberi professionisti iscritti agli ordini professionali (dottori agronomi e dottori forestali, periti agrari, agrotecnici) non ha permesso per il momento ad AGEA di eliminare i liberi professionisti dal settore di lavoro dei CAA”.
(Luca Molinari)