Approvati dall’Aula gli indirizzi della Regione per le politiche dell’Unione europea, atto conclusivo della Sessione europea, il percorso istituzionale che consente alla società regionale, attraverso i suoi rappresentanti istituzionali, di mettere a punto le proposte dell’Emilia-Romagna per quelli che saranno gli interventi normativi in sede europea.
“La Sessione europea è il momento clou della nostra attività annuale per fare il punto sulle scelte che l’Europa sta prendendo- spiega Luca Sabattini (Partito democratico) che apre il dibattito generale sulla relazione presentata dal presidente della commissione Bilancio Massimiliano Pompignoli riguardo al recepimento delle politiche europee da parte della Regione. “Quest’anno abbiamo visto l’Ue cercare di dare risposte a una crisi senza tempo, all’inizio non senza inciampi. Ma alcune scelte strategiche come il programma Sure e Next generation Eu si sono rivelate fondamentali” commenta il consigliere in Aula. Fra i temi al centro di questa sessione e a cuore del Partito democratico: la salute -con il sistema di accessibilità alle cure che deve diventare strategico- e l’ambiente. Fra le misure previste dall’Ue, Sabattini cita il Pacchetto ‘Pronti al 55%’ sul quale insiste una risoluzione che chiede all’Europa maggiori risorse per il miglioramento della qualità dell’aria per il Bacino padano, il Pacchetto sull’economia circolare, “che ha una rilevanza strategica per un territorio produttivo come il nostro” e il Pacchetto sulla biodiversità per un’agricoltura sostenibile con prodotti di qualità. Altri temi centrali, quello della trasformazione digitale e del default bancario. “Abbiamo presentato insieme con l’opposizione una risoluzione sul tema della nuova normativa bancaria europea che era stata pensata in un contesto diverso da quello pandemico, chiedendo che non vengano messi in difficoltà cittadini e piccole e medie imprese”.
Secondo Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) ci vuole “più coraggio e consapevolezza per aderire a un modello unico e coeso con obiettivi sfidanti, secondo quanto affermato anche nel corso del summit europeo a Porto. Siamo di fronte a un bivio che prevede due strade- continua la consigliera- quella della conservazione e quella dell’innovazione. La prima chiude gli occhi al cambiamento, la seconda vuole promuovere sostenibilità ambientale e sociale. Il Recovery Plan è frutto dell’impegno da protagonista del nostro Paese e dobbiamo andare in quella direzione. Per questo gli obiettivi ambientali e occupazionali devono essere perseguiti con decisione, non vogliamo scelte al ribasso, come quelle sul fossile e sugli allevamenti intensivi. Ci vuole un cambiamento decisivo per una reale transizione ecologica”.
Stefano Bargi (Lega) parla invece di “due grandi emergenze: una è la crisi strutturale che stiamo portando avanti da anni e che ha portato a un impoverimento costante della nostra popolazione. Una crisi che testimonia le criticità di un sistema che la Lega ha cercato più volte di mettere in luce. La seconda è quella pandemica”. Secondo il leghista, gli strumenti messi in campo dall’Ue per far fronte a quest’ultima crisi non daranno risposte rapide di crescita del Pil. “Si sta dando un’enfasi molto forte sulla transizione ecologica e digitale, ma chissà quando mai vedremo i risultati. Ancora stiamo scontando i danni di una politica dell’austerità che potrebbe ripresentarsi una volta superata l’emergenza”. Il consigliere è anche critico sul tema dello “slancio per la democrazia europea” che introdurrà nuovi reati legati all’odio. Tuttavia, ammette che su alcune tematiche come quella del default bancario, sul terziario e sulla crisi finanziaria, la Lega è riuscita a intervenire, dando a tutto il testo un’impronta migliore di quello di partenza.
“L’Emilia-Romagna ha assunto il suo ruolo da protagonista nelle scelte di elaborazione e attuazione delle politiche europee” commenta Lia Montalti (Partito democratico), secondo la quale “l’Europa deve essere sempre più vicina ai cittadini e alle imprese del territorio, vicinanza che deve tradursi in lavoro e opportunità. Anche noi, però, dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo”. La consigliera parla del lavoro svolto in Assemblea, del “confronto franco e proficuo” che c’è stato in questi mesi fra i consiglieri sui temi della Sessione europea. “Uno dei temi su cui ci siamo spesi, in quanto strategico per la nostra regione, è quello del miglioramento della qualità dell’aria del Bacino padano: abbiamo chiesto all’Ue finanziamenti dedicati. Così come sulle politiche legate alla sanità e al biomedicale vogliamo cercare di giocare un ruolo da capofila per renderci anche indipendenti”. Inoltre non bisogna dimenticare “il grande ruolo di partecipazione che ha svolto l’Emilia-Romagna con la nuova rete europea regionale sul Patto per il lavoro e il clima che verrà coinvolta nelle politiche europee”.
Critico Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) secondo il quale “l’Europa è un’occasione perduta, un sogno che non ha mai mantenuto le aspettative. L’Ue ci ha voluto imporre un modello di agricoltura e zootecnia sulla pelle delle nostre eccellenze. Dobbiamo difenderci anche da certe mire che hanno i regolamenti europei sul settore ceramico e della meccanica, due fiori all’occhiello della nostra economia. Ora l’Europa ci chiede di abbandonare i nostri modelli produttivi per questa svolta green”. Il consigliere esprime anche molte perplessità sul tema della democrazia, dell’immigrazione e sul controllo delle frontiere.
Roberta Mori (Partito democratico) interviene sui temi relativi alla diseguaglianza di genere, sottolineando l’urgenza, acuita dalla crisi pandemica, di “mettere a sistema una società più giusta, che ponga al centro le persone”. “La Regione Emilia-Romagna con la legge per la parità tra uomini e donne e le politiche antidiscriminatorie e contro la violenza di genere si sta già impegnando in questo senso- spiega la consigliera-, in quanto la resilienza sociale non è data solo dalle azioni ma anche dalle leggi e dai progetti che attraversano tutte le nostre politiche. In quest’ottica chiediamo all’Europa accesso paritario alle tecnologie digitali e sosteniamo il Women New Deal. Perché favorire l’imprenditoria femminile e l’orientamento delle ragazze alle discipline informatiche vuol dire aumentare le chances per un futuro meno povero a tutte le donne nel mondo”.
Sul tema sanità interviene Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) che ammette che, nonostante alcune criticità iniziali, ora l’Europa sta facendo passi avanti, mostrandosi più coesa. “In questo momento di grande difficoltà è riuscita ad avviare una politica di cooperazione grazie a programmi come Sure. C’è ancora strada da fare, ma il cammino inizia proprio ora. Decisivo per la ripartenza e la tutela dell’occupazione sarà il tema degli investimenti”.
Scettico Emiliano Occhi (Lega) soprattutto per quanto riguarda il tema ambientale e gli obiettivi dei pacchetti europei. Secondo il consigliere l’approccio europeo, troppo ideologico, porterebbe le nostre aziende a competere in un mercato fortemente penalizzante: “Non dimentichiamoci che non siamo mai riusciti, come altri paesi europei, a sfruttare le energie rinnovabili, in questi anni”. Secondo Occhi si rischia “quello che io chiamo un cortocircuito green. Ad esempio, raggiungere gli obiettivi prefissati sul fotovoltaico al 2030- spiega- significa un aumento del consumo di suolo e un impatto notevole sull’agricoltura che già preoccupa imprese e cittadini”.
Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) bisogna sostenere tutte quelle trasformazioni positive che l’Unione europea ha avviato in questo anno segnato dalla pandemia da Coronavirus. “Anche qui in Regione ci siamo dati strumenti per affrontare la gravità della situazione, come il Patto per il clima e per il lavoro che è tratto distintivo del mandato, così come ci impegniamo per la parità di genere”, spiega Amico, che sottolinea soprattutto l’importanza di potenziare il sistema sanitario: “Va in questo senso la risoluzione approvata dall’Assemblea legislativa per sospendere i brevetti sui vaccini”. Per Amico bisogna “rimuovere tutti gli impedimenti che ostacolano la piena fruizione di diritti nei posti di lavoro: bisogna estendere i diritti del lavoro in particolare per quanto riguarda le donne e i migranti”.
Sulla stessa linea Silvia Zamboni (Europa Verde) che ricorda come “l’Europa è nata sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale: oggi stiamo vivendo un dopoguerra sanitario e climatico. Stiamo rischiando di rendere il nostro pianeta inabitabile. Per risolvere questi problemi serve un nuovo impulso dall’Unione Europea”. La consigliera ricorda il ruolo positivo dell’Ue nel “mettere gli Stati membri in grado di avere le dosi di vaccini per affrontare la pandemia, pensate cosa sta capitando nel resto del mondo…”. Zamboni ha anche invitato l’Ue a proseguire nella via dell’abbandono delle politiche di rigore sui bilanci e ha invitato l’Europa a lavorare di più sul tema dell’immigrazione, mettendo in campo politiche e scelte a tutela della vita, della salute e della dignità dei migranti: “Peccato che- spiega Zamboni- le forze che più gridano contro i migranti sono quelle che in sede europea si sono ritirate dal Trattato di Dublino, che avrebbe dato aspetti positivi al nostro Paese”.
Dalle fila del centrodestra è intervenuto anche il consigliere Matteo Montevecchi (Lega), che ha ricordato l’importanza di contrastare le recrudescenze di fenomeni antisemiti. “La ripresa dell’antisemitismo in Europa è anche il frutto dell’infiltrazione del fanatismo islamista”, spiega Montevecchi, che critica “coloro che vogliono cancellare lo Stato Israele dalla cartina geografica. Così come dobbiamo contrastare la cristianofobia: negli ultimi tempi sono aumentati gli atti violenti contro i cristiani e i simboli cristiani, peccato che nella risoluzione sulla Sessione comunitaria di questo non si parli”.
Sempre dai banchi della minoranza è intervenuta Valentina Stragliati (Lega) che ha affrontato il tema delle disparità di genere: “Bisogna impedire che prosegua il divario retributivo orario tra uomini e donne: per questo ho presentato un emendamento a sostegno di un recupero di parità salariale”, spiega la leghista, che ricorda come le donne debbano conciliare sempre più i tempi del lavoro e della famiglia (figli, anziani da curare, etc). “Se le donne sono pagate di meno è anche perché poche di loro fanno carriera: si fanno carico di importanti lavori non retribuiti dentro le mura domestiche in maniera molto superiore agli uomini e sono le prime a ricorrere al part time o a sospendere le progressioni di carriera”, sottolinea Stragliati, che pone l’accento anche sui “contraccolpi psicologici di queste rinunce”.
Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ricorda come il 2021 sia l’anno della nuova programmazione dei fondi europei: “La nostra Regione sta lavorando per coordinare e realizzare gli interventi. La Giunta ha già approvato importanti documenti in tal senso oltre che- spiega- dare gambe al rilancio dell’Emilia-Romagna attraverso il Patto per il lavoro e per il clima. La Regione Emilia-Romagna può diventare modello virtuoso in tema di economia circolare e contrasto all’inquinamento ambientale”. Netta anche la posizione sul contrasto alle discriminazioni di genere: “Più equità nelle attività di cura e tutto ciò che serve per un nuovo Women New Deal”, spiega Pigoni che ricorda anche l’importanza di impegnarsi per contrastare la piaga delle morti sul lavoro.
Per Michele Barcaiuolo (Fdi): “Noi cantavamo ‘Europa nazione’ quanto tutte le altre forze politiche applaudivano alle superpotenze che facevano dell’Europa un succulento banchetto: noi siamo quindi i più europeisti qui dentro. L’Europa oggi è però diventata quella che vuole imporci un vino senz’alcol, cancellare le nostre eccellenze, colpire le nostre produzioni. Peccato che poi questa Europa sparisca sulle grandi questioni come la politica estera”. Per Barcaiuolo “sui vaccini l’Europa aveva fatto le scelte giuste, ma poi ha fallito”. L’esponente di Fdi boccia poi l’intera gestone del Coronavirus: “Non è vero che in questi quindici mesi è stato fatto tutto il possibile: in Italia la percentuale di morti rispetto alla popolazione è superiore a quella di India e Brasile”.
Marco Mastacchi (Rete Civica) ha sottolineato come “il Coronavirus ha messo in ginocchio interi settori produttivi, le famiglie e le persone: abbiamo bisogno di scelte chiare anche da parte della nostra Regione per una riapertura autunnale della scuola”. Mastacchi è fermo anche sul tema sanitario: “Bisogna tornare a una sanità di territorio e deve restare tale anche dopo la fine della pandemia”. Nel suo intervento, il consigliere ha ricordato l’importanza della cura del territorio e delle infrastrutture (“I nostri ponti sono al collasso”) per una vera svolta ecologica e una riqualificazione “concreta e non ideologica. Questa Regione osteggia la produzione di energia idroelettrica e al contempo promuove le auto elettriche: ma che senso ha far andare le auto elettriche con energia prodotta in modo non pulito?”.
Netta la posizione di Valentina Castaldini (FI): “Diciamo tanto che siamo i più bravi a spendere i fondi europei, ma questo accade perché siamo i primi in una classe di asini! Anche noi dobbiamo imparare a spendere di più e meglio, è inutile autocelebrarsi quando quelli con cui ci confrontiamo sono asini”. La capogruppo attacca poi sul Recovery Plan: “Il presidente Bonaccini deve dirci dove e come si spenderanno i fondi europei e del Pnrr: pensavo che ci fossero stati contatti tra Bonaccini e gli ultimi due governi, ma ancora non ci sono progetti chiari”. A sostegno delle sue tesi Castaldini pone una domanda retorica: “Qual è il sindaco di centrosinistra che sa quali progetti Bonaccini ha mandato al governo? Ve lo dico io: nessuno, perché nessuno è stato contattato”.
“Il vero problema- commenta Igor Taruffi (Er Coraggiosa) in Aula- non arrivava da una barca sul mare. Il virus ha infatti tolto il velo su quello di cui la nostra società aveva e ha bisogno, che è la sicurezza sociale. Le fragilità emerse in questi ultimi mesi hanno a che fare con questo. Abbiamo capito che è importante avere una rete ospedaliera che sia punto di riferimento per i cittadini. In tanti, e soprattutto in tante, hanno perso il posto di lavoro e hanno dovuto ricorrere all’aiuto dello Stato. Abbiamo scoperto che il mercato non è in grado di autoregolarsi da solo ma serve l’intervento dello Stato. Di fronte alle minacce non ci si può chiudere però al mondo esterno”. Secondo Taruffi è dunque necessario sfruttare tutte le opportunità che ci offre l’Ue, ma per “ridisegnare un profilo non più orientato unicamente al rigore e al profitto, ma che metta al centro i popoli, la tutela delle persone e un’economia sostenibile”.
Critico su alcune dichiarazioni fatte in merito al piano vaccinale, Marco Lisei (Fratelli d’Italia). “Dire che la campagna vaccinale sia stata un successo e che il tempo stia dando ragione all’Europa, è imbarazzante. Ancora una volta l’Europa si dimostra lontana dai cittadini e non riconosce le migliaia di morti che ci sono stati anche a causa di questi ritardi del piano vaccini”. Secondo Lisei è difficile “avere fiducia nei confronti di chi governa questa Europa e condividere metodologie che, con tutta questa burocrazia, rischiano di mettere in crisi anche le nostre imprese e il made in Italy”.
“Quello che ci serve ora- interviene Matteo Rancan (Lega)– è stare in un’Europa che sia al servizio delle persone. Possiamo parlare anche dei massimi sistemi ma quello che ci interessa è come far ripartire la nostra regione”. Secondo il consigliere non c’è stata chiarezza da parte della giunta su Pnrr e Next generation Eu, così come sulle modalità di spesa dei fondi europei. “La Lega ha presentato 25 emendamenti, dei quali la maggior parte è stata approvata. Siamo intervenuti sulla ripresa economica, sul terziario, sul rientro dei debiti, sul fotovoltaico, sull’agricoltura, sulla sburocratizzazione del comparto produttivo e sociale e per chiedere maggiore sostegno alle donne”. E, sul tema dei vaccini, il consigliere chiede poi maggiore chiarezza sulla campagna vaccinale per le aziende. “Si è sparato a zero sul tema ma ancora non c’è protocollo per le aziende su come attuarlo” spiega.
“Questa Assemblea legislativa ha fatto una discussione completa e ordinata, toccando punti molto importanti come l’accesso al credito, le pari opportunità, il sostegno alle imprese e l’importanza dell’economia circolare. Siamo entrati nel merito dei problemi e dato un orizzonte strategico per l’Emilia-Romagna“, spiega Marcella Zappaterra (Pd), che ricorda come “siamo ancora in piena pandemia, l’emergenza sanitaria non è finita, ma lo scenario sta cambiando: va reso merito all’Unione Europea di aver dato una risposta senza precedenti al problema, archiviando la troppo lunga stagione dell’austerità e assicurando risorse importanti. Come Regione abbiamo fatto la nostra parte, mettendo a disposizione strumenti integrati come, ad esempio, il ‘Patto per il lavoro e per il clima’, cardine del programma di mandato del presidente Bonaccini”.
(Francesca Mezzadri e Luca Molinari)