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Barcaiuolo (Fdi): fare chiarezza su fusione fiere Bologna e Rimini

“Non è stato trovato l’accordo sui possibili assetti societari della maxi-fiera: Bologna, infatti, vorrebbe una fusione per incorporazione, Ieg Expo (nata a sua volta nel 2016 dall’unione delle fiere di Rimini e Vicenza e quotata da giugno 2019) una holding”

Risolvere i nodi legati alla fusione delle fiere di Bologna e Rimini.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Michele Barcaiuolo (Fdi), che ripercorre tutte le tappe della fusione dei due poli fieristici regionali. “La nuova Fiera rappresenta un asset strategico non soltanto per l’Emilia-Romagna, ma per l’intero Paese, a sostegno del Made in Italy e dell’internazionalizzazione delle imprese del territorio e la fusione tra le fiere di Bologna e Rimini rappresenta così una manovra che avrà risvolti non solo per l’Emilia-Romagna, bensì per l’intero Paese e per i rapporti commerciali con l’estero”, spiega il consigliere, ricordando che “l’ipotesi di fusione per incorporazione di Bologna nella nuova Ieg a tre (Bologna con Rimini e Vicenza) non convince il sindaco di Rimini e i propri soci, la cui ultima proposta era invece una holding guidata da un amministratore di nomina regionale, con la garanzia che le quote degli azionisti pubblici sarebbero state tutelate da un patto vincolate per 9 anni. Termine che però non coincide con le regole della Consob, che impone un limite di 3 anni ai patti parasociali per le società quotate. L’accordo sembra invece chiaro per quanto riguarda le cariche dirigenziali: la presidenza della newco dovrebbe spettare a Rimini e l’amministratore delegato a Bologna”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Giunta “quale sia lo stato dell’arte per la realizzazione della fusione in oggetto e come la Regione intenda sciogliere i nodi critici che ne impedirebbero la realizzazione garantendo la tutela delle peculiarità proprie dei singoli sistemi fieristici”.

(Luca Molinari)

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