Parità, diritti e partecipazione

Carceri. Marighelli: volontariato ponte tra il dento e il fuori, con Covid fondamentale esperienza Eduradio

Un’importante occasione di confronto sull’uso dei mezzi tecnologici come modalità per superare gli ostacoli nell’era della pandemia collegati alle attività rieducative: interventi di Petitti, Zuppi, Schlein e Cartabia

Marcello Marighelli

“Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al reinserimento sociale. Questo è un orientamento contenuto, seppur in un inciso, anche nella nuova stesura del primo articolo dell’ordinamento penitenziario, il carcere non deve essere separato dal territorio, i contatti con l’esterno, nella pratica, diventano quindi indispensabili. Il carcere ha così gradualmente aperto degli spazi di partecipazione della società civile all’esecuzione penale, attraverso l’intervento degli enti locali e del volontariato nell’istruzione, nel lavoro, nelle attività culturali, ricreative e sportive in un’ottica di sussidiarietà. In Emilia-Romagna il volontariato è impegnato da molti anni nell’assistenza alle persone sottoposte a provvedimenti penali, partecipa agli interventi educativi e al reinserimento sociale di adulti e minori e, grazie alla forza delle relazioni, ha costruito un solido ponte tra il dentro e il fuori”.

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Marcello Marighelli, ha affrontato il tema del reinserimento sociale dei detenuti e degli internati nell’incontro di oggi, via telematica, “Liberi dentro: la comunicazione al/dal carcere nell’era del distanziamento sociale”. Il convegno è stato organizzato dallo stesso ufficio del Garante regionale.

Un’importante occasione di confronto sull’uso dei mezzi tecnologici come modalità per superare gli ostacoli nell’era della pandemia collegati alle attività rieducative. L’occasione del confronto è data dall’esperienza Eduradio, innovativo servizio radiotelevisivo nato per “fare ponte tra carcere e città”, che in questo anno di attività ha progressivamente coinvolto un numero crescente di protagonisti nel campo scolastico, educativo, associativo e sanitario. Questa esperienza, dal 19 aprile, è diffusa anche da Lepida TV (oltre a radio Fujiko e Teletricolore).

Con l’emergenza sanitaria collegata al Covid, ha poi sottolineato Marighelli, “queste relazioni si sono interrotte, la situazione è difficile per tutti, ma è ancor più difficile per chi sottoposto alla privazione della libertà ha visto spegnersi le relazioni con una comunità esterna che era stata fino a quel momento così vicina”. Eduradio, ha poi evidenziato, “ha rappresentato qualcosa di chiaro in un momento di incertezze e dubbi, con lezioni di italiano, storia, geografia, scienze e francese, rubriche culturali (letteratura dal mondo, cultura araba), messaggi spirituali, nonché spunti, consigli di lettura e riflessioni su temi di attualità (un progetto partito da Bologna e poi diffuso nelle altre province della regione)”. Con questa esperienza, ha quindi concluso il Garante, “diventa possibile immaginare un carcere che è parte della comunità, nell’attualità delle difficoltà, ma anche nelle prospettive riformatrici di accesso a tutti i mezzi di comunicazione contemporanei, per superare le disuguaglianze e aumentare le possibilità delle persone detenute di uscire dall’emarginazione e costruire la propria ‘cittadinanza’”.

All’incontro è intervenuta anche la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti, che ha ribadito quanto siano necessari progetti come Eduradio: “Eduradio è un valido esempio di sensibilità, impegno e responsabilità sociale, che ha consentito ai detenuti di mantenere un contatto con la società esterna durante il periodo della pandemia. Un progetto che, attraverso lo strumento radiofonico, ha permesso di colmare il senso di isolamento e il vuoto creato nei mesi del primo lockdown, con la sospensione di tutte le attività e delle visite di familiari e amici. In tutto ciò, come Regione Emilia-Romagna abbiamo avuto un ruolo attivo, grazie al nostro Garante, Marighelli, che in sinergia con altri enti e associazioni ha dato vita a questa bellissima iniziativa. Il mio auspicio è che questa esperienza possa continuare e diventare un modello da replicare anche in altre realtà carcerarie”.

“È appena trascorso un anno difficile da dimenticare, il pianeta carcere-è intervenuto l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi– ha sperimentato una sorta di doppio isolamento (è stato eretto un doppio muro di cinta), ma con Eduradio si è cercato comunque di arrivare a tutti, una bellissima realtà che parte da dentro e arriva dentro, dall’intelligenza e dal cuore arriva all’intelligenza e al cuore, vogliamo ci sia continuità”.

È intervenuta anche la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein: “A Eduradio crediamo particolarmente, un progetto che guarda a chi è più fragile, sono sempre più i fruitori, dentro e fuori dagli istituti. Con il Covid si è cercato di trasformare i limiti in nuove potenzialità, lo strumento della radio riduce questo distanziamento fisico, che non deve essere anche sociale. Anche le carceri sono un’espressione della nostra società, non sono un mondo isolato. Per sviluppare queste esperienze, come Eduradio, abbiamo deciso di investire più risorse regionali”.

Al convegno è arrivata anche una nota della ministra della Giustizia Marta Cartabia, di seguito uno stralcio: “Offrire la possibilità, con Eduradio, di mantenere vivi i contatti con il mondo fuori dal carcere è un’opzione vincente. È stata offerta anche l’occasione di fare conoscere all’esterno la vita nelle carceri, creando un ponte ideale tra il dentro e il fuori. Il mio auspicio è che iniziative come questa possano aprire le porte ad altre forme di rapporto e di dialogo, per tutti: per chi è recluso, per chi lavora in queste strutture e anche per chi il carcere lo conosce solo da lontano”.

All’incontro sono poi intervenuti accademici, giornalisti, operatori del mondo carcerario, del Provveditorato regionale amministrazione penitenziaria e dell’Ispettorato nazionale cappellani carcerari.

(Cristian Casali)

Parità, diritti e partecipazione