Sanità e welfare

Open day vaccinazioni Bologna: Donini, Barigazzi e Bordon ammettono errori, ma “campagna funziona”

Critiche dalle opposizione sulla vicenda del 2 giugno, caratterizzata da eccessiva disorganizzazione; dalla maggioranza ammessi gli errori, ma la campagna vaccinale sta dando i risultati sperati

“Quello del 2 giugno è stato il primo esperimento di un evento cosiddetto open (non credo ce ne saranno altri). Non avevamo previsto una tale affluenza, ci eravamo organizzati con eliminacode, distribuendo dei numeri ai presenti, va anche detto che il flusso è stato comunque regolare durante tutta la giornata e ci sono stati problemi solo all’apertura (non erano attesi arrivi anche nella notte)”. Il direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon, è intervenuto nell’audizione in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, sull’open day vaccinale del 2 giugno scorso nell’hub della fiera di Bologna (con quasi 3mila vaccini somministrati).

Bordon ha poi spiegato che “l’Emilia-Romagna è costantemente sopra la media nazionale per persone vaccinate, con in testa l’Ausl di Bologna (oltre il 46 per cento dei cittadini ha già ricevuto la prima dose)”.

In commissione è poi intervenuto l’assessore alla Sanità e welfare del Comune di Bologna, Giuliano Barigazzi, che ha ribadito come “il 2 giugno ci siano stati problemi organizzativi, forse è stata sottovalutata la portata dell’evento in ragione della capacità attrattiva del vaccino proposto”. Ha comunque rilevato che “quello della giornata del 2 resta comunque un episodio isolato”, rimarcando che “la campagna vaccinale bolognese sta andando avanti senza intoppi”. L’assessore ha poi riferito “che analoghi futuri eventi necessiteranno di prenotazione”.

“Mi sento di reiterare un sentimento di scuse e due sentimenti di gratitudine: scuse per i disagi non per conto dell’Ausl di Bologna ma insieme all’Ausl, anche se è stato fatto un tentativo, generoso, di aumentare le vaccinazioni; i grazie vanno invece alla stessa Ausl per il numero dei vaccini somministrati in poche ore (l’obiettivo è stato quasi triplicato) e a tutti coloro che hanno gestito una situazione che sarebbe potuta degenerare, in quanto i problemi sono stati affrontati e risolti”, è poi intervenuto l’assessore regionale, Raffaele Donini.

Un episodio, ha poi rimarcato Donini, “che comunque non vanifica il duro lavoro portato avanti in questi mesi (la campagna vaccinale funziona), lunedì prossimo saremo in zona bianca, in ogni caso questa modalità per l’erogazione dei vaccini non verrà più applicata”. L’Emilia-Romagna, ha concluso, “sta vaccinando tanto e in maniera appropriata”.

Sono poi intervenuti diversi consiglieri regionali.

“Avete ammesso gli errori, un incidente di percorso ci sta, sconforta però rilevare che una parte consistente della popolazione vuole vaccinarsi ma è impossibilitata a farlo nelle forme ordinarie: occorrono soluzioni per andare incontro a queste richieste, serve attivare più canali”, ha quindi commentato Marco Lisei di Fratelli d’Italia. Per Giancarlo Tagliaferri, sempre di Fdi, “l’assessorato continua a ripetere che va tutto bene ma nella realtà ci sono criticità da risolvere: i fatti ci hanno dato ragione, troppo spesso ci sono state situazioni di caos, a Bologna l’altro giorno si sono favoriti assembramenti di persone, è stato dato un aiuto al coronavirus”.

“Con il Covid, uno stress test per la nostra sanità, che sta dando una grande prova di capacità, anche se si può comunque migliorare, il fascicolo sanitario elettronico ha mostrato limiti di utilizzo”, ha rimarcato Giuseppe Paruolo del Partito democratico, che ha poi rilevato, sulla giornata di Bologna, “l’inopportunità di organizzare eventi in modalità open”, chiedendo, per le iniziative collegate alla somministrazione di vaccini contro il Covid, di “tenere conto dei criteri di priorità”. Per Marilena Pillati, sempre del Pd, “oggi è stato fornito un quadro preciso di quanto accaduto il 2 giugno”. A Bologna, ha poi aggiunto, “la campagna vaccinale sta funzionando”. Il vaccino, ha concluso, “è l’unica arma che abbiamo per sconfiggere il Covid”.

Per Daniele Marchetti (Lega) “i problemi a Bologna ci sono stati, è stato infatti chiarito che questa modalità non verrà più applicata, sono stati sbagliati i calcoli, era prevedibile un’adesione alta di persone, non c’è stata organizzazione”. Per Michele Facci, sempre del Carroccio, “il 2 giugno è stata una giornata assurda e incredibile, il mea culpa deve arrivare dalla dirigenza dell’Ausl, nemmeno oggi sono arrivare scuse, abbiamo a che fare con un management di fatto irresponsabile, i giornali hanno parlato di 8mila persone arrivare all’hub, chiediamo che la campagna vaccinale sia più equilibrata”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha parlato, sull’open day di Bologna, di “situazione complicata da gestire”, ha poi evidenziato che “il tema della sicurezza è stato sottovalutato”. È evidente, ha aggiunto, “che a Bologna sono stati fatti degli errori, le file erano simili a quelle dei concerti di Vasco Rossi”. I dati, ha poi rimarcato, “ci dicono, peraltro, che tra i cinquantenni molti non sono ancora stati vaccinati”.

Per Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) “l’open day non è stato gestito bene, episodi di questo tipo non si devono ripetere, importanti le scuse delle istituzioni”. Il consigliere ha però distinto quella giornata dalla campagna vaccinale globale, “criticità ci sono ma la macchina funziona, mentre quello di Bologna è solo un episodio”.

Silvia Piccinini (Cinquestelle), sull’evento del 2 giugno a Bologna, ha parlato di “criticità organizzative”, ma ha anche rilevato che “molti giovani si sono vaccinati, non servono iniziative poco educative come quelle della Sicilia (che ai giovani pronti a vaccinarsi vengono assicurate birre a 50 centesimi)”.

Per Silvia Zamboni (Europa verde) “importante ammettere i disagi del 2 giugno”, ma anche per lei “la campagna vaccinale in regione sta andando avanti bene; significativa, peraltro, la risposta dei giovani, un esempio per tutti”.

(Cristian Casali)

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