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Sviluppo sostenibile: in Aula le linee strategiche della Regione

Serrato confronto tra le forze politiche. Rancan (Lega): solo parole, servono progetti concreti. Montalti (Pd): lavoriamo per tenere insieme la visone internazionale con quella locale

Assumiamo come riferimento decisivo l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: una visione integrata della sostenibilità nelle sue diverse dimensioni (economica, sociale e ambientale), a garanzia di un nuovo modello di sviluppo.

La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, è intervenuta in Assemblea legislativa con una comunicazione sulla strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Schlein ha spiegato che l’obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno, riducendo le diseguaglianze e le differenze di genere. I target dell’Agenda 2030 costituiscono la bussola per tutti i livelli di governo, che devono riorientare le proprie politiche. Le amministrazioni locali assumono quindi un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici. La vicepresidente ha poi riferito sul ruolo centrale, in questa progettazione, del Patto regionale per il lavoro e per il clima: siamo impegnati a orientare politiche e investimenti in questa direzione e ad accompagnare nella transizione l’intera società (serve il coinvolgimento di tutti), comprese le fasce più fragili, contrastando la povertà energetica. Contestualmente alla definizione degli strumenti di intervento verranno definiti alcuni indicatori in grado di misurare i risultati ottenuti e di valutare gli impatti economici, sociali e ambientali collegati alle politiche attuate.

Le parole della vicepresidente Schlein hanno provocato un serrato confronto tra le forze politiche.

Netta la bocciatura di Matteo Rancan (Lega): “L’Agenda ha obiettivi ambiziosi, ma mancano proposte concrete. La Giunta non ci ha detto cosa intenda realmente fare, quali siano gli interventi previsti nella nostra Rregione, vogliamo un testo scritto su cui riflettere, non bastano le belle parole servono progetti dettagliati e definiti”.

Lia Montalti (Pd) sottolinea gli aspetti positivi dell’Agenda 2030: “Abbiamo accettato una sfida mondiale: molto spesso nel momento in cui si mettono in campo delle grandi politiche mondiali c’è il rischio di tenere una distanza tra il livello regionale locale e quello mondiale, il nostro vero impegno e la nostra vera sfida come Regioni è quella di riuscire a coniugare livello mondiale e livello regionale”, spiega la Democratica, che ricorda le priorità da raggiungere come la tutela dell’ambiente e delle comunità uniti alla promozione delle produzioni economiche emiliano-romagnole per uno sviluppo sostenibile in chiave locale fortemente legato all’economia circolare e alla tutela delle nostre risorse.

Valentina Castaldini (Forza Italia): “I 17 obiettivi che verranno trattati saranno il tema delle future politiche anche per quanto riguarda i fondi. Ma fino ad oggi non abbiamo alcuna strategia perché il documento ancora non c’è”. Secondo la consigliera, infatti, quello che manca è “un’agenda concreta. Perno di questo documento è la sostenibilità: ma non si possono mettere insieme tanti punti, tutti uguali, dalla cultura agli animali marini. La sostenibilità ha anche bisogno di un tempo e bisogna capire quali sono i tempi della Regione. Se no, rimangono solo parole ridondanti”.

Per Marco Mastacchi (Rete civica) si tratta di “obiettivi molto ambiziosi per un’agenda vasta e complessa”. In particolare il consigliere sottolinea tre punti: che si evitino i “provvedimenti mossi da ideologie”, che lo slogan ‘Non lasciamo indietro nessuno’ garantisca un effettivo coinvolgimento dei territori, sia per quanto riguarda gli obiettivi sia per quanto concerne il monitoraggio dei risultati, e che, infine, ci sia un’attenzione particolare per la montagna e le piccole comunità.

Secondo Silvia Zamboni (Europa Verde) la parola chiave dovrà essere “coerenza”. “In questa strategia- spiega- si intrecciano obiettivi di giustizia sociale ed equità con obiettivi di tutela del clima e sostenibilità. Per questo dovrà essere uno strumento coerente anche con gli altri piani regionali come quello sulla gestione dei rifiuti, quello sul piano dei trasporti, etc., in quanto un documento non dovrà smentire l’altro”.

(Cristian Casali, Francesca Mezzadri, Luca Molinari)

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