Ambiente e territorio

Tassa sul rumore degli aerei: 722mila euro tra Bologna e Calderara di Reno

Commissione Territorio, nel 2020 erano attesi 2 milioni, ma l’emergenza Covid ha ridotto i voli facendo incassare 722mila euro che sono andati come compensazione ai Comuni di Bologna e Calderara di Reno

Ha ottenuto parere favorevole lo schema di delibera della Giunta su “Individuazione dei soggetti destinatari del riparto delle risorse derivate dall’Iresa” (la tassa sulle emissioni sonore degli aerei, ndr) e dei criteri di attuazione della legge regionale 15 del 2012 che ha istituito l’imposta. Il parere è stato dato in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro.

A presentare la situazione sono stati due funzionari dell’assessorato guidato da Irene Priolo. La relazione, prevista ogni due anni, ha mostrato come l’emergenza Covid-19 ha azzerato i voli dall’aeroporto Marconi facendo quindi calare gli introiti che servono a compensare e indennizzare i Comuni di Bologna e Calderara di Reno.

Nel 2020 il gettito è stato inferiore al previsto – in genere si raggiungono i 2 milioni con un traffico normale – raggiungendo 722mila euro, di cui 10.880 euro per costi di riscossione. A Bologna sono così andati 583mila euro (l’82% delle risorse) e a Calderara 128mila (il 18%). “Comunque – hanno detto i funzionari – si prevede una ripresa nel prossimo anno”.

La tassa serve per ridurre i disagi degli abitanti coinvolti dal traffico aereo. Quattro gli obiettivi previsti dalla legge: migliorare il clima acustico nei luoghi sensibili (case e scuole), indennizzi a fondo perduto per ci residenti (per opere di isolamento acustico) incentivi ai “recettori” più sensibili (edilizia privata) campagne di monitoraggio acustico. La Regione è tenuta a pubblicare sul sito le risorse e le modalità di utilizzo.

La legge regionale, entrata in vigore il 1° gennaio 2020, prevede oltre al calcolo della tassa anche la rimodulazione tenendo conto della distinzione tra voli diurni e notturni e direzione di decollo.

La consigliera Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) si è dichiarata “soddisfatta perché la tassa su rumore è il risultato concreto del lavoro del precedente mandato e della collaborazione con Giuseppe Paruolo (Pd). E’ un primo passo. L’auspicio è che si disincentivino i voli verso il centro città, modificando le rotte. Purtroppo, l’imposta non fa questa differenza. Positivi i criteri della legge e l’attenzione verso le scuole. La Regione, però, insista con l’aeroporto per trovare una soluzione e avere i dati delle rotte”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) ha centrato l’intervento sul fatto che “non c’è soltanto l’impatto acustico dell’aeroporto Marconi, che è una delle emergenze della città, ma c’è anche quello dovuto alle emissioni atmosferiche. Servono limiti all’espansione controllata dal Marconi. Evitare il sorvolo della città porta benefici. Vanno, poi, coinvolti i cittadini sulle misure che si prenderanno con le risorse”.

Per Nadia Rossi (Partito Democratico) “le misure hanno cercato di migliorare il clima acustico. Va considerato che il limite di 10mila voli per cui si chiede la tassa, esclude altri aeroporti attivi (Forlì, Rimini, Parma). Questa è la prima volta che arriva una delibera che prevede indennizzi ai comuni più interessati dai voli. E si dovrebbe capire come i comuni si sono posti per attuare la legge. L’Emilia-Romagna è l’unica regione che ha un’attività di monitoraggio e prevenzione”.

(Gianfranco Salvatori)

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