La Regione spieghi il tracciamento e il problematico uso della app “Immuni”. La richiesta è contenuta in un’interrogazione di Valentina Castaldini (Forza Italia). Dalla Giunta, la consigliera vuole conoscere quanti siano in un mese “i codici di positivi caricati dagli addetti al contact tracing” e se intenda sollecitare gli operatori “affinché chiedano ai cittadini positivi se sono in possesso dell’app Immuni e inseriscano i codici”. Inoltre, venga chiarito perché “non sia comunicato al cittadino, in nessun documento inviato in caso di positività, il codice CUN” e se sarà rafforzata la campagna informativa “anche allegando materiale alla notifica di inizio quarantena o isolamento fiduciario, sul come poter segnalare in autonomia la propria positività all’interno dell’app Immuni”.
Dalla stampa, sottolinea Castaldini, si è appreso che nella app “verrà implementata la funzionalità ‘Green Pass’, ovvero il certificato di validità di vaccinazione, avvenuta guarigione o risultato di tampone negativo che verrà utilizzato per viaggiare a livello europeo e per l’accesso a eventi, concerti e luoghi di massa”, consentendo così di importare il certificato di negatività per poterlo mostrare a richiesta.
A dicembre 2020, 152 operatori erano abilitati a inserire i codici di positività della app “Immuni” – l’unica autorizzata al contact tracing e usata dal 25% degli emiliano romagnoli – che dovevano “caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività”. Nella nuova versione della app, 2.4.0, “ viene data la possibilità anche al privato cittadino, in possesso del codice CUN del tampone positivo, di segnalare la propria positività all’interno dell’app”. Purtroppo, rileva Castaldini, “né nel referto di tampone positivo né nella lettera di disposizione di inizio isolamento è riportato il codice CUN, necessario per segnalare la positività all’interno dell’app”.
Nella seconda e terza ondata, spiega la consigliera, i vaccinati erano pochi, ma oggi in Emilia-Romagna raggiunge il milione il numero di chi ha completato il ciclo. I contatti ridotti, conclude Castaldini, “possono permetterci di ripartire con il modello di tracciamento il più possibile puntuale e preciso, in modo da mitigare e cercare di ritardare il più possibile la quarta ondata”.
(Gianfranco Salvatori)