La Giunta chiarisca la posizione dell’assessorato alla Sanità nella vicenda delle mascherine sequestrate dalla Guardia di finanza che si sarebbero dovute ritirare e non andare in distribuzione. Inoltre, si vuole sapere quando la Regione abbia appreso del sequestro e se la non conoscenza del fatto “abbia rallentato la restituzione da parte delle strutture sanitarie e abbia generato un maggior pericolo di contagio per il personale e i pazienti”. Infine, la Giunta dica quanti sono i Dpi sequestrati e consegnati alle strutture sanitarie e non restituiti in quanto utilizzati.
A chiederlo è la consigliera Valentina Castaldini (Forza Italia) in un’interrogazione in cui chiede perché al 26 aprile – quando Castaldini presentò un atto ispettivo – “l’assessorato alla sanità non fosse a conoscenza del sequestro di DPI da parte dell’autorità giudiziaria”. Una data è emersa il 15 giugno, quando l’assessore all’Ambiente e alla Protezione civile, Irene Priolo, in commissione dichiarò che le Fiamme Gialle di Gorizia, il 7 aprile, inviarono a Regioni e Province autonome il decreto di sequestro per le mascherine FFP2 e FFP3, chiedendo di bloccarne la distribuzione. Priolo rispose di aver condiviso la nota “con il referente in magazzino centralizzato regionale per poter inibire la distribuzione dei filtranti facciali segnalati provenienti dalla struttura commissariale”. In totale, le mascherine rese sono “4.862.707, di cui 2.769.051 provenienti dalle aziende sanitarie; il totale dei dispositivi oggetto di sequestro, compresi quelli resi e quelli in giacenza è pari a 6.403.585”.
Valentina Castaldini, in febbraio, aveva presentato un’interrogazione sulle mascherine non validate. In aprile, l’assessore alla Salute, Raffaele Donini, rispondeva che il Comitato tecnico scientifico (Cts) verifica i requisiti, ma “nella stessa risposta non veniva data notizia di alcun sequestro, ritiro, o richiesta di non utilizzo di mascherine, nonché della distribuzione di alcun dispositivo non regolare”.
(Gianfranco Salvatori)