È stata approvata la risoluzione della Lega che impegna la Giunta a riprendere le trattative e i negoziati con il Governo per portare a termine l’autonomia differenziata, come previsto dal comma 3 dell’articolo 116 della Costituzione. Con questo atto di indirizzo – su cui hanno insistito tre emendamenti del Pd – si chiede anche di avere informazioni costanti da parte della Giunta, nei rapporti con il Governo, e di prevedere una nuova delegazione per le trattative con la presenza di un consigliere, che garantisca anche le opposizioni, dell’Assemblea legislativa. Inoltre, nella risoluzione è stato chiesto anche di trasmettere all’Assemblea lo schema di intesa con il Governo prima della sua formale sottoscrizione, coinvolgendo anche i singoli Comuni (come previsto dalla Costituzione).
Il voto è avvenuto in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli. Primo firmatario dell’atto è stato il capogruppo della Lega, Matteo Rancan. Tre emendamenti sono stati presentati dal consigliere Luca Sabattini (Partito Democratico), approvati, insieme con l’atto di indirizzo, da Pd, Lega, Rete Civica e Lista Bonaccini. Voto contrario alla risoluzione da Emilia-Romagna Coraggiosa ed Europa Verde, entrambe astenute sugli emendamenti.
Rancan ha affermato che “con l’attenuarsi della pandemia si possa tornare a parlare di autonomia per far ripartire il territorio, grazie a maggiori deleghe e alla gestione della spesa facendo restare qui i soldi. Purtroppo la legge quadro è ferma. Il ministro degli Affari regionali, però, sta ripartendo e il Def ha specificato che l’autonomia è il cardine delle Regioni. Ora bisogna accelerare”. La delegazione emiliano-romagnola (con la Lega e il Pd e la presidente dell’Assemblea Emma Petitti) è stata ricevuta e ascoltata in commissione parlamentare. “Il nostro parere – ha spiegato Rancan – si è focalizzato sul fondo perequativo. Il Pnrr ha stanziato fondi per le altre regioni, quindi questo non è più un ostacolo e si può così iniziare a ragionare sui costi standard, di cui aveva parlato più volte anche il presidente Stefano Bonaccini”.
Igor Taruffi (ER Coraggiosa) ha stigmatizzato “il metodo e lo stile. Alla fine del 2020, la presidenza dell’Assemblea riceve la richiesta di un parere da inviare alla commissione. Non so chi abbia deciso di mandare solo quelli di Pd e Lega, senza informare gli altri gruppi. Un’informazione mancata anche all’interno della maggioranza”. Dopo la pandemia le condizioni sono cambiate e pure il Governo, ha sostenuto il consigliere, “ritengo che serva un surplus di riflessione. Abbiamo bisogno di uno Stato, con autonomie importanti. Non facciamo finta che la pandemia non ci sia stata. Serve una legge quadro. Penso che abbiamo tempo e modo di riprendere percorso e nuova delegazione e per ragionare su redistribuzione e competenza delle regioni”.
Sabattini (Pd) ha considerato le premesse “inaccettabili e la risoluzione contiene due errori: il giudizio positivo verso l’operato delle Regione e quello negativo sul Governo che ha operato male nella pandemia, situazione mai vista prima. Il percorso è già stato gestito in Assemblea ora serve una legge che faccia da cornice alla gestione dell’autonomia per essere competitivi come Paese e per rispondere in modo diverso a un mondo che è fatto da un insieme di complessità. Anche io ritengo si debba continuare a discutere sull’autonomia. Non farlo sarebbe un danno ulteriore per la nostra regione e per il sistema istituzionale nazionale”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) ha detto di “riconoscere le motivazioni del referendum di alcune regioni, orientate a garantire il controllo della spesa. Ma noi siamo europeisti e unitari per l’Italia. Ci sono insidie culturali. L’organizzazione centrale ha permesso di fare fronte all’emergenza del Covid”.
Il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi, ha sottolineato l’importanza di una legge quadro “per inserire l’autonomia in un percorso regolato, per dare ordine e criteri in base ai quali le Regioni possono intervenire. È utile avere una definizione di Livelli essenziali di prestazione (Lep), altrimenti con l’autonomia differenziata si assiste a divari e a un freno alla crescita”. Per il sottosegretario, poi, “il Parlamento non deve ridursi a un organo che approva o respinge una decisione. Deve, invece, entrare nel merito senza mortificare la possibilità delle Regioni di esercitare le loro prerogative. Infine, il rapporto con enti locali, rappresentanze economiche, sociali o culturali non è un optional. È un elemento di democrazia sostanziale”.
La risoluzione era stata sottoscritta anche dai consiglieri Emiliano Occhi, Daniele Marchetti, Andrea Liverani, Valentina Stragliati, Fabio Bergamini, Matteo Montevecchi, Simone Pelloni, Massimiliano Pompignoli, Stefano Bargi, Gabriele Delmonte, Michele Facci, Fabio Rainieri, Maura Catellani.
(Gianfranco Salvatori)