Ha ricevuto il parere favorevole la nota di risposta della Regione alla petizione popolare per chiedere il pieno coinvolgimento delle assemblee elettive nell’attribuzione di “forme e condizioni particolari di autonomia”. L’atto è stato votato in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli. La richiesta della petizione, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza della Giunta Davide Baruffi, è stata giudicata ammissibile e la Regione ha esposto le proprie note all’atto. A favore della nota di risposta si sono espressi Lega, Pd, Lista Bonaccini e Rete Civica, mentre si sono astenuti ER Coraggiosa ed Europa Verde.
A proporre le petizione era stato il Coordinamento democrazia costituzionale che diceva no al “regionalismo non solidale come richiesto (seppur con differenze) dalle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna che metterebbe a rischio l’unità della Repubblica, aggraverebbe ulteriormente il divario Nord-Sud e le già inaccettabili diseguaglianze tra territori e cittadini nella effettiva fruizione dei diritti di cittadinanza. Sì al rilancio di un autonomismo solidale di cui l’Italia ha bisogno”. Il Coordinamento, inoltre, scriveva che i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) sono un argine contro le diseguaglianze e vanno definiti bene, così come le necessità per determinare le risorse e finanziarle e non al contrario come avvenuto finora. I diritti sociali e civili sono il fine, la disponibilità ed efficienza economica sono il mezzo. Tra l’altro, i Lep relativi a sanità, istruzione, lavoro, non autosufficienza, ambiente e prestazioni sociali “devono trarre la loro base giuridica e politica dai principi e dagli scopi rinvenibili nelle leggi quadro nazionali”, si legge nel testo.
Nella risposta, il sottosegretario Baruffi ha evidenziato la necessità di una legge quadro. “Se è vero che sono mutate le condizioni – ha affermato – è altrettanto vero che l’attuale esecutivo conferma nel Def il Ddl del ministro Boccia per l’autonomia differenziata”. Nel dettaglio, Baruffi ha sostenuto che “nella discussione c’è l’adeguatezza del Progetto di legge rispetto a diversi profili, a partire dall’impatto sul coordinamento della finanza pubblica e sui meccanismi di distribuzione delle risorse: questo, però, non garantirebbe i Lep e non risolverebbe il ruolo del Parlamento ridotto a mero ratificatore. Serve una disamina attenta”. La necessità di una legge cornice “venne proposta dall’Emilia-Romagna per dirimere alcune questioni. Dovrebbe dare un ordine all’elenco di materie per cui chiedere l’autonomia e predeterminare i Lep e i costi standard degli obiettivi. È un fatto dirimente. I diritti dei cittadini emiliano-romagnoli non possono prescindere dalla Costituzione che li garantisce, indipendentemente dal luogo in cui nascono. L’autonomia differenziata può esasperare i divari”.
La preintesa del 2018 con il Governo, se approvata porterebbe il testo alle Camere per una discussione che indica a Governo e Regioni la coerenza e la condivisione o meno degli obiettivi. Una legge cornice del genere sarebbe un passo avanti”. Baruffi ha aggiunto che “anche il meccanismo proposto di definizione dei Lep aveva qualcosa di positivo: disponeva la nomina di commissari ad acta, un tempo definito e al termine l’accesso in quota riparto alle risorse presenti in specifici fondi”.
Baruffi ha messo in evidenza le preoccupazioni “che devono trovare una risposta in Parlamento con la legge quadro. Vanno, inoltre, contemperati interessi diversi, per valorizzare la funzione negoziale delle Assemblee legislative. Infine, occorre avere un’idea di autonomia replicabile, un modello a cui possa accedere nel tempo tutto il Paese”. In conclusione, il sottosegretario ha ricordato come ci sia “sempre stato un dialogo tra Regioni e Governo e sia sempre stata sostenuta la presenza di un rappresentante dell’Assemblea. La Giunta si impegna a un rendiconto puntuale sul negoziato: prima di ogni impegno serve il mandato confermativo dell’Assemblea”.
(Gianfranco Salvatori)