Le risorse pubbliche, anche regionali, non dovrebbero finanziare gli impianti di CSS o progetti industriali che comportino la produzione di idrogeno blu, ma piuttosto la ricerca e la formazione a favore della rapida transizione verso le fonti energetiche rinnovabili.
Lo afferma in Aula Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle), con un question time, facendo riferimento al “progetto di captazione e stoccaggio della CO2 più grande al mondo” voluto da Eni a Ravenna. “Correlato a questo progetto – continua Piccinini – c’è l’intenzione di Eni di realizzare anche un distretto energetico di produzione di idrogeno blu. Usare combustibili fossili emettendo anidride carbonica e spendere soldi pubblici ed energia per catturarla, quando abbiamo già le tecnologie per non produrla affatto, è un’operazione che non ha alcun senso”. Secondo la consigliera, si tratta di “un’occasione per Eni di continuare l’estrazione di idrocarburi, la Regione non dovrebbe sostenere in alcun modo questo progetto. Inoltre, proprio in questi giorni – ricorda la consigliera – è stata approvata la legge europea sul clima che ha come obiettivi primari la decarbonizzazione”.
“Gli obiettivi per un’economia verde sono già stati definiti del Piano energetico regionale 2030 – risponde l’assessore Vincenzo Colla – e il piano non contempla misure a sostegno dello stoccaggio di anidride carbonica. Rientra invece nelle competenze regionali il sostegno per la decarbonizzazione. Il programma sperimentale di stoccaggio geologico a Ravenna di Eni non rientra nelle competenze regionali, è sostenuto esclusivamente da finanziamenti statali”.
Ma Silvia Piccinini specifica che nell’atto si parla anche di “risorse assegnate alle Regioni” e sottolinea una certa ambiguità nella Strategia di specializzazione intelligente in discussione proprio oggi in Aula. “L’Ue ha specificato che non verrà destinato neanche un centesimo all’idrogeno blu. Anche la Regione deve essere credibile e spendersi solo per progetti con fonti green”.
(Francesca Mezzadri)