L’utilizzo di test genomici per i tumori mammari potrebbe presto arrivare in Emilia-Romagna.
L’ha detto l’assessore alla Salute, Raffaele Donini, rispondendo, al question time in Assemblea, a un’interrogazione del consigliere Federico Amico (ER Coraggiosa). Il tema è stato definito dall’assessore “strategico e meriterebbe una discussione più ampia”.
Amico ha chiesto di conoscere quali siano i tempi di applicazione dei protocolli, da parte dei centri di senologia e del ministero, per l’accesso ai test genomici per il carcinoma mammario allo stadio iniziale. Il consigliere ha poi voluto sapere quali siano i tempi, alla luce delle risorse stanziate dal ministero della Salute, pari a 20 milioni, per inserire i test genomici nel nomenclatore tariffario regionale, rendendolo accessibile a tutte le paziente idonee, residenti in Emilia-Romagna.
“In regione il tumore al seno – ha affermato Amico – fa registrare ogni anno più di 4.500 nuovi casi (in Italia nel 2020 ci sono stati 54.976 casi, una donna su otto è colpita), mentre sono più di 52mila le donne che vivono nella nostra regione con una diagnosi di malattia”. I centri di senologia sono interconnessi tra loro e si registrano ottimi tassi di adesione ai programmi di screening per il tumore mammario: oltre il 75 per cento delle donne over 45 si sottopone all’esame, “un dato che colloca l’Emilia-Romagna ai primi posti in Italia”.
Il 7 ottobre 2020 l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna la Giunta a valutare l’utilità dell’impiego dei test genomici. In particolare, il consigliere chiede di inserirli nel nomenclatore tariffario regionale, coinvolgendo i centri di senologia e rendendo fruibili i test a tutte le pazienti residenti nel territorio regionale.
Donini ha sottolineato di ritenere “maturi i tempi per un approccio organico alla genomica e ai test predittivi. La legge di bilancio 2021 prevede un fondo di 20 milioni per il rimborso diretto di test genomici. Mancano, però, i decreti attuativi del ministero che disponga il riparto alle Regioni. L’Emilia-Romagna sta predisponendo un finanziamento per le indagini genetiche. Va aggiornato il mercato delle tariffe regionali, si prevede che il volume sia di 600 test anno.
“L’augurio è che nel prossimo trimestre, come anticipato dall’assessore, la misura – oltre alla sollecitazione del ministero per il decreto attuativo – possa diventare esigibile per le donne”, ha commentato Amico.
(Gianfranco Salvatori)