Approvato in Commissione Cultura, in sede consultiva, il rendiconto generale dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna del 2020. Il sì arriva da Partito democratico, ER Coraggosa, Lista Bonaccini. Astenuta la Lega.
“L’attività 2020 dell’Istituto è stata condizionata dall’emergenza sanitaria- spiega la Giunta in Commissione- le 723 biblioteche e i 420 archivi storici, così come gli oltre 500 musei, hanno attraversato fasi di riapertura e chiusura. Le numerose riunioni telematiche hanno aiutato l’Istituto a organizzare le ripartenze”.
L’ Istituto è stato ora riassorbito dalla Regione, con personale ricollocato nell’area Patrimonio culturale dell’Assessorato Cultura.
Il piano bibliotecario del 2020 include anche quello archivistico con risorse che ammontano a 2 milioni di euro; quello museale a 1 milione 385mila euro. Molte delle attività, così come specificato in Commissione, sono state infatti prorogate fino alla fine di quest’anno in corso. Da rilevare l’importante investimento fatto per il potenziamento delle piattaforme di servizi digitali (dedicate al prestito online) attivati dalla rete Emilib (in Emilia) e Biblioteche Romagna (in Romagna). E’ quadruplicato, infatti, il trend normale di accessi, soprattutto durante il lockdown, tendenza che è ancora visibile visto che si contano oltre 3 milioni di accessi, 8 milioni di consultazioni e 326mila prestiti, con un incremento del doppio rispetto agli scorsi anni.
La pianificazione ha consentito la prosecuzione di alcuni finanziamenti e nuovi interventi significativi, fra i quali, due importanti gare di catalogazione per le biblioteche e l’inventariazione degli archivi storici. La Giunta ricorda, che grazie alla legge regionale, si prevede anche il finanziamento, tramite bandi triennali, delle biblioteche, degli archivi e dei musei privati “che concorrono all’arricchimento culturale della comunità, tratto storico della nostra regione”.
Fra gli interventi segnalati anche quelli che riguardano la valorizzazione dei beni naturali (come il progetto “Tre istituzioni e un patrimonio” in collaborazione con l’Accademia Belle arti di Bologna, che prevede anche momenti didattici rivolti alla comunità), l’educazione al patrimonio culturale (come il bando “Io amo i bei culturali” che finanzia i progetti delle scuole fatti in collaborazione con gli istituti culturali), la valorizzazione dei beni etno-antropologici come i dialetti e la conservazione digitale dei beni informatici.
(Francesca Mezzadri)