COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

CULTURA. MEMORIE DEL NOVECENTO, “INSERIRE NELLA LEGGE ANCHE IL PROTAGONISMO DELLE DONNE”. CONFRONTO SUL ‘PARRI’

Il progetto di legge in commissione Parità e diritti delle persone. La presidente Mori: “Porre l’accento sulla parità di genere”. La relatrice di maggioranza, Ravaioli (Pd): “La legge si pone in maniera matura nell’affrontare le complessità del ‘900”. Rancan (Ln) critico sull’Istituto Parri: “Parla solo di Resistenza e dimentica il Giorno del Ricordo sulle foibe”. Aimi (Fi): “Nessun richiamo ai gulag”. Prodi e Marchetti (Pd): “La politica non può imporre i temi alla ricerca storica”

Riunita in sede consultiva, la commissione per la Parità e i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, ha deciso – come proposto dal consigliere Giuseppe Mumolo (Pd) –di rimandare alla commissione referente (la V, Cultura) la trattazione del progetto di legge regionale della Giunta sulle ‘Memorie del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia- Romagna’. Pd e Sel si sono espressi a favore della proposta, astenuti Ln e Fi.

La relatrice di maggioranza, Valentina Ravaioli (Pd), ha ribadito “l’importanza di portare a compimento un percorso, iniziato nella scorsa legislatura, di semplificazione del quadro normativo e di inquadramento di quelli che sono stati i fatti che hanno caratterizzato il secolo scorso”. A tal fine, ha sottolineato, la Regione “riconosce il ruolo e l’attività svolta dagli istituti storici, dalle istituzioni culturali che a vario titolo sovrintendono ai luoghi della memoria, dalle associazioni partigiane, combattentistiche e reducistiche presenti sul territorio regionale, e anche dalle scuole”.

La presidente Mori ha proposto di “arricchire il tema delle fonti giuridiche da cui prendono spunto i principi della legge, partendo dalla Costituzione”, ha poi chiesto “particolare attenzione al filone della ricerca, conoscenza e divulgazione della memoria delle donne, ponendo l’accento sull’impegno femminile nella fase della Resistenza e nella prima guerra mondiale”. Infine, ha ribadito “la necessita di mettere a disposizione di scuole, biblioteche e attività educative in genere il patrimonio memoriale regionale”.

Critico l’intervento di Matteo Rancan (Ln) che ha chiesto “una condanna identica di tutti i regimi di tipo totalitario”, rilevando che la legge “ha una propensione antifascista più che anticomunista”. Il consigliere ha poi parlato di “un progetto di legge limitativo, che tralascia tutta la storia antecedente il ‘900”. Infine, ha criticato l’attività dell’Istituto Parri: “Un organo che parla solo di Resistenza, nel suo sito web non si menziona in alcun modo la Giornata del Ricordo, dedicata alle vittime delle foibe, una mancanza grave, sinonimo di poca parzialità”.

Concorde Enrico Aimi (Fi),che ha parlato di “timido passo in avanti verso il riconoscimento della memoria del ‘900”, anche se, a suo giudizio, “la legge si è dimenticata di richiamare quanto accaduto nei gulag”. Ha poi concluso: “Come ha dichiarato lo stesso presidente Mattarella, intervenendo sull’esodo giuliano-dalmata, parte della memoria è stata strappata”.

Yuri Torri (Sel) ha posto l’accento sul tema parità di genere e diritti umani, chiedendo di “richiamare, nella legge, le conquiste sui diritti umani e il ruolo femminile nel ‘900, argomenti strettamente collegati alla storia della nostra regione”.

Dello stesso parere Silvia Prodi (Pd),che ha citato i movimenti delle donne nel periodo post bellico e le conquiste dei movimenti femministi. Ha poi sottolineato “l’autorevolezza dell’Istituto Parri”, ricordando che “la politica non può imporre i temi della ricerca storica”.

“Questa- ha insistito sullo stesso tema Francesca Marchetti (Pd)– non è la sede per fare il processo al Parri”, per poi ribadire “l’opportunità di prevedere, nella legge, specifiche sul protagonismo femminile”.

In conclusione, la relatrice Ravaioli ha voluto ripetere che “la legge si pone in maniera matura nell’affrontare le complessità del ‘900” e “non intende indicare- ha concluso- genocidi o totalitarismi di serie A o di serie B”.

(Nelle foto allegate, immagini della seduta della commissione)

(cr)

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