Promuovere percorsi formativi per i medici di famiglia sulla fibromialgia per migliorare la competenza in ambito di diagnosi precoce; promuovere campagne di sensibilizzazione fra la popolazione; istituire una commissione tecnica sulla fibromialgia e, soprattutto, creare centri di riferimento ospedalieri per i pazienti affetti da questa malattia. Lo chiede una risoluzione della Lega, presentata da Daniele Marchetti e Michele Facci, che però è stata respinta dall’Assemblea legislativa.
“Si tratta di una condizione clinica complessa e ancora molto controversa, che porta spesso a diagnosi tardive”, spiegano i consiglieri del Carroccio. “I pazienti si sentono abbandonati e questo stato di emergenza pandemica ha impedito di eseguire visite e altre prestazioni sanitarie a causa della sospensione delle attività ambulatoriali non urgenti. La Regione ha fatto molto, ma non è ancora sufficiente e chiediamo solo di riprendere quel discorso da dove era iniziato prima dell’emergenza sanitaria”.
Sull’importanza di continuare il percorso di riconoscimento della fibromialgia ha concordato anche il Partito democratico, che però ha deciso di respingere l’atto di indirizzo della Lega: “I lavori sono stati rallentati dalla pandemia, ma noi dovremmo arrenderci a questa battuta d’arresto?”, sottolinea Roberta Mori in Aula, spiegando il perché del voto contrario. “Le azioni in campo ancora non sono sufficienti, ma dobbiamo partire da lì perché il percorso della Regione è già ben avviato e integrato”.
Su questo non è d’accordo Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia: “Sono tre anni che votiamo atti sulla fibromialgia, ma le nostre richieste vengono ignorate. I pazienti soffrono e la Regione ha il dovere di aiutarli, è arrivato il momento di mantenere gli impegni presi”.
(Giulia Paltrinieri)